Parigi e Atene le spine della Borsa

di Massimiliano Santoro

9 Maggio 2012 10:00

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L'esito delle elezioni in Francia e Grecia hanno comportato un inizio di settimana molto difficile per il mercato azionario

La vittoria di Hollande in Francia ed il caos politico verificatosi in Grecia non sono andati giù ai mercati azionari con un inizio di settimana decisamente negativo. Lunedì Atene ha chiuso a -8% dopo aver raggiunto anche il picco del -10%. Ieri la Borsa greca ha chiuso con un ulteriore segno negativo trascinandosi dietro anche Milano e Parigi.

Gli analisti spiegano che quello di Francia e Grecia è stato un voto di protesta contro una politica di austerità portata avanti in questi mesi e rappresentata con vigore dalla Germania di Angela Merkel.

In Francia, Hollande sembra aver incarnato questo nuovo vento politico con Standard & Poor’s che lunedì si è affrettata a specificare con una nota che la sua vittoria non avrà un impatto immediato sul rating del debito sovrano della Francia ma lasciando aperta una porta perché si pensa ancora che “ci sia almeno una possibilità su tre che possiamo abbassare il rating a lungo termine sulla Francia quest’anno o nel 2013. Analizzeremo le scelte politiche del nuovo presidente francese e del suo governo tenendo conto anche dell’esito delle elezioni parlamentari di giugno”.

Standard & Poor’s ha spiegato anche che “non assume alcuna posizione politica per quanto riguarda i singoli candidati o il risultato di eventuali elezioni. Tuttavia, le politiche del Governo di un Paese hanno un impatto diretto sulla sua solvibilità. I nostri rating sul debito sovrano riprendono, pertanto, il nostro punto di vista delle probabili conseguenze sul profilo di credito del Paese sovrano delle politiche adottate dai loro rappresentanti pubblici eletti”.

In Grecia la situazione politica è insieme fluida e complicata con un risultato importante ottenuto dai partiti posti all’estremo dello schieramento politico e con i partiti che hanno appoggiato i governi precedenti che hanno arrancato facendo prendere sempre più corpo l’ipotesi di concretizzazione di scenari di default completo o di uscita di Atene dall’Euro.