Vendita Sea, pronti a consultare i milanesi

di Serena Frattini

23 Maggio 2012 07:30

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Il comune di Milano sta per mettere all'asta quote Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate.

Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, sta valutando la possibilità di cedere il controllo di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. Il comune, infatti, potrebbe mettere in vendita il 50,01% della società, rinunciando alla maggioranza.

La città necessita di investimenti, ha spiegato Pisapia, per l’occupazione e per un rilancio del territorio; pertanto quanto ricavato dall’asta sarebbe reinvestito a questo fine. L’annuncio della possibile vendita – che eventualmente avverrebbe solo dopo l’estate –  viene accolto non senza polemiche ed effetti collaterali da parte dei sindacati, preoccupati per possibili tagli al personale, e dei lavoratori il cui disappunto si è manifestato causando disagi negli aeroporti interessati.

Il comune ha comunque precisato che qualsiasi decisione verrà presa sarà conseguenza di una massiccia consultazione con la città e i residenti, attraverso quelli che sono gli strumenti possibili come assemblee, ascolto delle parti e anche un referendum. Nonostante le preoccupazioni espresse da Cgl, Cisl e Uil, Pisapia ribadisce che il Comune manterrà comunque il controllo sull’occupazione, prendendo esempio dal modello tedesco della Volkswagen.

E ancora le dichiarazioni del Sindaco – che potrebbero scongiurare le minacce di scioperi generali – riguardo le motivazioni che spingono a prendere in considerazione la privatizzazione della maggioranza di Sea, si concentrano esclusivamente sul bene della città: «Milano ha bisogno di sviluppo, di nuova occupazione, di eliminare la disoccupazione, di investimenti, di risolvere problemi irrisolti e nascosti da troppo tempo. Penso al Seveso, alla riqualificazione dei quartieri popolari, alle scuole, alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile per risolvere i problemi sono necessari investimenti e questi fondi credo che possano derivare soprattutto dalla cessione di quote della Sea».