Tagliare 100 miliardi di euro di spesa pubblica nel breve periodo e punare ad altri 200 miliardi nel giro di qualche anno. Queste le parole del ministro per i Rapporti col Parlamento, Piero Giarda, alle prese con la “spending review” che punta a diminuire quanto spendono ogni anno i soggetti pubblici italiani allo scopo di evitare una nuova manovra fiscale che graverebbe sulle spalle di tutti i cittadini.
Ma quali sarebberole spese che sarebbe possibile tagliare per ridurre il peso per lo Stato e per i cittadinii? Per il momento i contribuenti devono accontentarsi delle promesse e delle dichiarazioni rilasciate a Radio Vatacana, nella quale il 75enne ex presidente della Commissione Tecnica per la Spesa pubblica presso il Ministero del Tesoro dal 1986 al 1995 ha detto che i risparmi “riguardano l’intero settore pubblico dallo Stato al più piccolo dei comuni” dato che “l’intero Paese non si è ancora adattato alle nuove condizioni economiche. Non ci sono posti o sezioni in cui ci siano sprechi maggiori”.
I primi 100 miliardi toccheranno anche gli enti previdenziali, oltre alla pubblica amministrazione a livello statale, regionale e comunale. La vera nota positiva in questa situazione è che il lavoro di revisione della spesa non sta incontrando resistenze né da parte dei dicasteri né da parte delle forze politiche in Parlamento. Anzi: per quanto riguarda i primi, il ministro Giarda ha detto che ciascuno sta effettuando un lavoro di revisione della spesa e che “diversamente dal passato, non ci sono interessi di natura elettorale e non ci sono collegi da soddisfare”. Insomma: i ministeri stanno lavorando per proporre i tagli da effettuare e che la lista con gli interventi dovrebbe essere ponta nel giro di qualche giorno.
Il governo, taglierà sprechi e inefficienze e rinuncerà a quegli interventi che non si possono affrontare per le mutate condizioni economiche con l’obiettivo di abbassare le tasse ed emettere meno titoli di debito. Si taglierà sulle auto blu, sui voli di Stato, sui finanziamenti ai partiti e sulla spesa derivante da Camera, Senato e dai vitalizi di onorevoli o ex onorevoli.
In settimana, il Commissario per la spending review, Enrico Bondi, presenterà una prima relazione al Comitato interministeriale presieduto da Mario Monti che come primo obiettivo ha quella di trovare subito risparmi per 4,2 miliardi in modo da evitare l’aumento dell’Iva a ottobre. Un ruolo centrale nelle sforbiciate l’avrebbe la Consip – la società per azioni operativa dal 1998, formata da 550 dipendenti e partecipata dal ministero dell’Economia – nota per essere la centrale unica per gli acquisti della P.A. Lo scopo è che tutti i beni e i servizi che vengono acquistati dai soggetti pubblici siano fatti al minor prezzo possibile.