L’ultima occasione di scontro all’interno dell’esecutivo Monti è stata offerta dalle discussioni in materia di parità di trattamento dei lavoratori privati e pubblici dinanzi all’eventualità di un licenziamento. Uno scontro che ha visto parti protagoniste il ministro Fornero e il ministro Patroni Griffi, con il premier a cercar di riequilibrare le sorti della vicenda (“Basta con queste risse inutili” – avrebbero dichiarato il presidente del Consiglio).
La scintilla che ha generato la nuova frizione all’interno del complesso meccanismo di un governo che si regge sull’aleatoria maggioranza parlamentare è stata generata dalle penultime dichiarazioni del ministro del Lavoro Fornero, che sollecitava in tempi rapidi l’equiparazione tra licenziamenti privati e licenziamenti nel pubblico impiego. A brevissima distanza dal lancio di agenzia, è giunta la risposta non certamente gradita del ministro della Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi, cui hanno seguito quelle delle principali parti sindacali, che hanno colto l’occasione per rinnovare gli attacchi al ministro del Welfare.
Il premier Monti aveva cercato di intervenire in maniera “soft” per sedare il contrasto. Tuttavia, il ministro Fornero aveva cercato di ribadire con insistenza la propria autonomia su tale materia (che rientra sostanzialmente all’interno della ricerca delle “pari opportunità”). Nelle stesse ore, il ministro Patroni Griffi ricordava come i protocolli precedentemente firmati con i sindacati, e l’intesa esistente all’interno dell’esecutivo, spingevano verso una legge delega che non contenesse disposizioni specifiche sui licenziamenti disciplinari, rimettendo di fatto la materia al Parlamento.
Ma quanta verità si nasconde dietro l’approccio mediatico che ha dipinto come uno scontro di competenze e di sostanza quello tra i due membri dell’esecutivo, con Monti in veste di “arbitro” della contesa? A detta dei protagonisti, di vero ci sarebbe poco o nulla. Fornero ha definito un “equivoco” e una “forzatura di toni” quanto letto sui giornali, sebbene l’invito di Monti ai due contendenti, per formulare una nota congiunta, appaia come un tentativo di scoraggiare eventuali cambiamenti di rotta.
Patroni Griffi, attraverso i suoi collaboratori, si limita intanto a ricordare che niente è precluso dalla legge delega, ma che sarebbe comunque errata una partenza del tema dai licenziamenti. Evidentemente, la lezione servita della riforma del mercato del lavoro ha avuto effetto.
Intanto Elsa Fornero ha detto che “la riforma del lavoro non conterrà una disposizione specifica sui licenziamenti disciplinari dei dipendenti pubblici, ma si rimetterà al Parlamento. Non mi si dica che voglio libertà di licenziare i lavoratori del pubblico impiego: ciò che voglio è la parità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati, tenuto conto delle specificità del settore statale, il che non si traduce necessariamente nella libertà di licenziamento”.