Un rallentamento economico a livello globale, caratterizzato da notevole incertezza e da previsioni per il futuro tutt’altro che positive: questa è l’Europa oggi e nell’immediato futuro vista con gli occhi di Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, intervenuto nel corso del Consiglio Italia-USA tenutosi a Venezia.
Le previsioni di Bankitalia sulla crescita in Europa e sulle condizioni dei mercati finanziari sono poco rassicuranti, e lo stesso Visco ha sottolineato come le difficoltà non risparmino attualmente nessuna delle grandi nazioni europee, con Spagna, Grecia e Italia in cima alla lista dei Paesi maggiormente segnati dalla crisi economica e politica: “Le previsioni economiche europee e globali e le condizioni dei mercati finanziari sono scoraggianti. L’incertezza è molto grande. I segni di un rallentamento della crescita si sono intensificati anche fuori dall’Europa, sia nelle economie avanzate che in quelle emergenti e un nuovo rallentamento globale metterebbe rischi addizionali a un sistema finanziario già fragile, minacciando la sostenibilità dei debiti sovrani in Europa e altrove“.
L’Europa ha quindi bisogno di “riforme coraggiose per raggiungere l’unione fiscale e finanziaria“, e di interventi che siano in grado di rimuovere gli ostacoli all’attività economica: per quanto riguarda l’Italia, la situazione è ancora fortemente critica e l’urgenza di riforme importanti è ancora più presente che in altri Stati europei: “Per l’Italia l’emergenza non è finita. Le riforme strutturali, in un quadro di strategia complessiva, possono fornire le basi per rafforzare la fiducia nel nostro potenziale per sostenere la crescita economica“.
Visco si sofferma, inoltre, su alcuni temi chiave che necessiterebbero di radicali processi di modernizzazione e riforma, al fine di potenziare lo sviluppo dell’economia nazionale: si parla del settore pubblico inefficiente, che dovrebbe essere sottoposto a una possente riorganizzazione finalizzata a migliorare i servizi, ma anche della lotta alla corruzione e al crimine, che ancora oggi rappresenta una grande fonte di spesa pubblica.
Le problematiche nella penisola, tuttavia, non si limitano a questo, ma riguardano anche il mondo del lavoro, l’applicazione dei contratti e le carenze in materia di giustizia civile, nonché la frammentarietà che caratterizza l’industria, un freno a tutta l’economia della Nazione. La formula per attivare la crescita, quindi, parte innanzitutto dalla necessità di promuovere investimenti stranieri come anche dalla valorizzazione del capitale umano attualmente tagliato fuori dal mercato occupazionale, composto prevalentemente da giovani e donne.