Skype e la pubblicità telefonica

di Assunta Corbo

19 Giugno 2012 07:30

logo PMI+ logo PMI+
Microsoft, che nel 2011 ha acquistato Skype, ha annunciato di voler introdurre la pubblicità nelle conversazioni telefoniche (ma non disturberanno).

Efficace e non invasiva: è la pubblicità di Skype che si inserisce nelle conversazioni telefoniche degli utenti che non hanno un abbonamento Skype o un credito. Si tratta di messaggi pubblicitari visivi quindi non dovrebbero disturbare la conversazione.

Dopo l’acquisto della società da parte di Microsoft nel 2011, per più di 8 miliardi di dollari, molti temettero che il servizio di telefonia VoIP, vale a dire tramite Internet, potesse diventare obbligatoriamente a pagamento, ma così non è stato. Va da sé che occorreva trovare un modo per monetizzare il servizio e guadagnare.

Per il momento, gli annunci pubblicitari riguarderanno solamente gli utenti di Windows e le chiamate 1:1. L’azienda garantisce che saranno silenziosi, dunque non disturberanno la conversazione, che non si espanderanno e che partiranno dopo il completamento dei controlli periodici di qualità sulla connessione.

Per quanto riguarda gli inserzionisti, saranno selezionati nei 55 diversi mercati in cui il servizio è attualmente disponibile. La distribuzione dei messaggi, invece, si baserà su informazioni quali la posizione geografica, l’età e il sesso, sia pure non associate alla propria identità, ma la società di Redmond garantisce che gli utenti avranno a disposizione una opzione opt-out (dovranno cioè attivarla esplicitamente) per impedire all’azienda di usare i loro dati demografici.

Microsoft si è dichiarata naturalmente entusiasta dell’annuncio, e la pubblicità su Skype è stata presentata come una grande novità, battezzata “conversation ads”, che fornirà una “divertente interattività tra la cerchia di amici e familiari e le marche che ti interessano”.

Improbabile che gli utenti condividano l’entusiasmo degli esperti di marketing di Redmond, ma bisogna pur riconoscere che il pubblico ha fatto ormai l’abitudine ai messaggi pubblicitari che appaiono sui video di YouTube e, soprattutto, su migliaia di app disponibili per tablet e telefonini. Molte persone e molte aziende usano Skype per ridurre i costi telefonici, soprattutto per quanto riguarda le chiamate internazionali. E’ dunque probabile che, al di là di qualche scontata lamentela, le “conversation ads” siano accettate come il male minore, rispetto al rischio di dover pagare un servizio che raggiunge oggi centinaia di milioni di persone ed è integrato all’interno di Facebook.

Per gli osservatori del business, invece, si tratta di un ennesimo esperimento per capire come e quanto sia possibile ricavare profitti da servizi proposti gratuitamente. Problema sostanziale della Internet economy, ancora non del tutto risolto.