Intervistato da Il Corriere della Sera, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni è intervenuto su argomenti caldi del lavoro: commenta le nuove cifre date ieri dal ministro Fornero a proposito degli esodati, di pubblico impiego, di tagli alle retribuzioni e ha aperto anche il confronto con Mario Monti.
Per quanto riguarda i dati diramati dal ministro Elsa Fornero in relazione agli esodati, Bonanni ha spiegato che una mossa del genere si sarebbe potuta effettuare 6 mesi fa se ci fosse stato un confronto, mentre lei “ha voluto nascondere l’errore fatto e ora con la stesso criterio stabilisce il perimetro e produce il numero che vuole. Il fatto che riconosca altri 55 mila esodati dimostra quanto costa la mancanza del confronto. Aggiunge che “per noi il problema non sono le cifre ma le date: i 65 mila sono venuti fuori dall’asticella che la Fornero ha messo il 4 di dicembre. Se invece avesse aspettato i primi di gennaio avrebbe potuto consultare gli accordi aziendali depositati presso gli uffici provinciali del lavoro. Il fatto che lei non abbia consultato quegli elenchi dimostra tutta la sua arroganza”.
Non mancano dunque parole dure per il ministro Fornero, ma anche inviti a Mario Monti affinché prenda provvedimenti sul pubblico impiego: “Sul pubblico impiego siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità ma bisogna partire dalle fondamenta non dal tetto. E tagliare prima le retribuzioni fuori controllo della dirigenza. Attenzione a non fare errori come con le pensioni, al premier Monti voglio dire di non scavalcare le parti sociali”. Il segretario della Cisl avverte dunque il governo di procedere con atti condivisi da tutti, e non in qualche modo spettacolari.
Per Bonanni, insomma, è indipensabile proseguire su una linea del genere per rivedere la spesa nella pubblica amministrazione, e chiede al governo un utile confronto, nello specifico “un vero confronto con le forze sociali perché al punto in cui siamo la coesione della società è messa a dura prova e sta cedendo rapidamente e il dirigismo non porta da nessuna parte se non a far prosperare le lobby”.
Cosa bisognerebbe dunque fare per dare uno scossone alla spesa? Innanzitutto, a suo parere, occorrerebbe tagliare prima le retribuzioni fuori controllo della dirigenza, “dicendo prima di tutto qual è la visione, sanità compresa dell’assetto istituzionale che lor signori vogliono disegnare nel quadro della spending review”. Per Bonanni occorre soprattutto maggiore sobrietà delle regioni e poi “delle province, le cui competenze possono essere trasferite ai Comuni”.