Eni ha sottoscritto in Vietnam con le compagnie KrisEnergy e Neon Energy un accordo per l’acquisizione di due blocchi esplorativi offshore, rispettivamente nei bacini di Song Hong e Phu Khanh, nel Golfo del Tonchino.
In particolare, il bacino Song Hong è ricco di giacimenti. Si calcola che in questa zona sia presente il 10% delle risorse di idrocarburi del Vietnam, principalmente gas.
I due blocchi, dei quali Eni sarà operatore con la quota del 50% mentre KrisEnergy e Neon Energy deterranno il 25% ciascuno, si estendono complessivamente su circa 15.600 chilometri quadrati.
L’accordo deve essere approvato dalle Autorità competenti vietnamite che negli ultimi anni hanno aperto il paese a compagnie straniere con know how sufficiente per realizzare trivellazioni offshore e disponibili a condividere la tecnologia con la società statale PetroVietnam. Da parte sua il management Eni puntando sul Vietnam dimostra l’intenzione di consolidare la propria presenza in Oriente e nel Pacifico, aree a forte dinamismo economico, rafforzata anche dalle scoperte e concessioni ottenute in Indonesia e in Australia.
Più in particolare, l’azienda diretta dall’amministratore delegato Paolo Scaroni ha concordato con il partner australiano Neon Energy di iniziare entro poco tempo i lavori tecnici e di sostenere tutti i costi legati all’esplorazione di un primo pozzo in ciascuno dei due blocchi, 105-110/04 e 120. Neon però non ha indicato una tempistica per l’avvio delle attività di perforazione dei pozzi limitandosi a preannunciare lo svolgimento delle prove sismiche.
Di recente, ExxonMobil ha scoperto petrolio e gas nella stessa zona acquisita da Eni, mentre diverse altre aziende, tra cui la malese Petronas, la britannica Premier Oil, la russa Gazprom e la francese Total, hanno avuto identica fortuna al largo delle coste del Vietnam.