La riforma del lavoro è ufficialmente diventata legge, dopo il via libera della Camera che oggi ha deliberato sul nuovo Ddl approvandolo con 393 voti favorevoli, 74 contrari e 46 astenuti. Il Governo parteciperà al tavolo europeo previsto a Bruxelles in questi giorni con la nuova normativa entrata in vigore a tutti gli effetti, grazie alla volontà del Parlamento e all’impegno del Ministro Elsa Fornero, al quale il premier Mario Monti conferma la sua piena fiducia.
Con la riforma del lavoro diventata legge, il Governo italiano ha anche ottenuto l’approvazione e il sostegno del presidente della Commissione Europea Josè Manuel Durao Barroso, il quale in una nota ha espresso il suo parere favorevole all’operato di Monti definendo la riforma come un decreto che: “Manda un forte segnale della continua determinazione dell’Italia di affrontare i seri problemi strutturali che hanno a lungo impedito al Paese di raggiungere il suo pieno potenziale“.
Il si finale alla riforma è stato seguito inevitabilmente da un’eco di polemiche sollevate, in primo luogo, dai sindacati, protagonisti di manifestazioni e presidi in piazza Montecitorio volti a sottolineare il giudizio pienamente negativo nei confronti del decreto, che secondo il segretario della Cisl Bonanni non risponde all’intento iniziale: incentivare l’occupazione creando nuovi posti di lavoro. Non si è fatta attendere la replica della Fornero, che ha sottolineato come la Cgil sia l’unica sigla a non aver approvato il testo nonostante ripetuti tentativi di conciliazione, ribadendo tuttavia come la riforma non abbia la presunzione di essere nel giusto: “Il Governo è disposto a fare cambiamenti: non ci sono intoccabilità, ma l’importante è far partire questa riforma che contiene elementi positivi per il lavoro dei giovani e per gli ammortizzatori sociali, e le premesse perché l’apprendistato diventi la modalità di ingresso al mondo del lavoro“.
Al centro delle polemiche di queste ultime ore, tuttavia, sono le dichiarazioni del Ministro del Welfare rese note nel corso di un’intervista rilasciata al Wall Street Journal: protagonista di una affermazione delicata e potenzialmente in grado di aizzare gli animi, la Fornero ha infatti dichiarato che: “L’atteggiamento delle persone deve cambiare: il lavoro non è un diritto ma va guadagnato, anche con il sacrificio“. Attraverso una doverosa precisazione, la titolare del dicastero sul lavoro ha invece poi ribadito come non fosse sua intenzione mettere in discussione il diritto al lavoro sancito dalla stessa Costituzione, ma come nell’intervista abbia voluto riferirsi alla “tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro, come sempre sottolineato in ogni circostanza“.
Contro le affermazioni della Fornero si sono schierati il senatore della Lega Nord, Gianvittore Vaccari, e il leader dell’Idv Antonio di Pietro, che annuncia la volontà di indire un referendum per contrastare la riforma nonostante il si della Camera.