Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, in una intervista concessa il 27 giugno a Radio 24 ha dichiarato di essere terrorizzato dall’eventualità di una caduta dell’Euro perché questo significherebbe riportare indietro di qualche decennio il livello di vita in Europa.
Si moltiplicano dunque i segnali di allarme tra gli esponenti più in vista della classe dirigente italiana alla vigilia dell’importante riunione del Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles il 28-29 giugno. Il timore è che il summit, presieduto da Herman van Rompuy, si concluda con un nulla di fatto quando invece sarebbe necessario fornire indicazioni chiare sulla prospettiva dell’Unione europea.
Lo stesso capo del governo italiano, Mario Monti, ha auspicato la creazione di un più efficace meccanismo di stabilizzazione della moneta europea.
Secondo Squinzi il 28 e il 29 è in gioco “una grande parte del nostro futuro. Dobbiamo essere capaci di andare con grande determinazione nella direzione degli Stati Uniti d’Europa, rinunciando progressivamente, magari con tempi da stabilire, alle identità nazionali”.
Nel summit, prosegue il presidente di Confindustria, si deve decidere il rafforzamento dei poteri della Banca centrale europea, e vanno affrontati i capitoli relativi a fisco, welfare, infrastrutture ed energia altrimenti il rischio è che l’Ue rimanga una costruzione artificiale che non ha possibilità di durata nel medio-lungo termine.
Restando col fiato sospeso in attesa dell’incontro di Bruxelles per ora l’Italia ha incassato il sostegno della Francia anche alla proposta di utilizzare il fondo salva-Stati europeo in chiave anti-spread a favore dei paesi più virtuosi. Il presidente francese Hollande dal canto suo, ricevendo a Parigi la cancelliere tedesca Merkel, ha affermato che si deve “approfondire l’Europa economica e monetaria, domani politica”.