Dopo quaolche giorno di attesa per i mercati e per gli addetti ai lavori, è arrivata la decisione ufficiale della Bce, che ha diminuito il tasso di interesse: dopo una riunione del direttorio di Eurotower, infatti, il presidente Mario Draghi ha annunciato il taglio dello 0,25%. Il costo del denaro nell’area Euro, dopo 6 mesi, passa dall’1% allo 0,75. La misura avrà decorrenza dall’11 luglio prossimo.
La Banca Centrale Europea ha anche ridotto di 0,25 punti percentuali anche il tasso sulle operazioni di rifianziamento marginali, che è dunque passato dall’1,75 all’1,50%%.
La notte scorsa, il Consiglio europeo ha deciso per l’attivazione dello scudo per calmierare lo spread sul quale la Bce dovrebbe intervenire come agente, come ha ricordato Mario Draghi commentanto positivamente la decisione di “usare con flessibilita’” i fondi salvastati Efsf e Esm per abbassare gli spread. Dal vertice di Bruxelles è scaturita un’importante decisione che dovrebbe portare alla stabilizzazione finanziaria dell’area dell’Euro, senza però perdere di vista l’obiettivo primario del rigore e della disciplina di bilancio, proprio perché la Bce, nel suo Financial Stability Review (FSR) di Giugno 2012 spiegava come fosse evidente la necessità di una continua focalizzazione “sull’affrontare le cause profonde della crisi, e una risposta globale resta la chiave per porre fine decisamente ad una spirale di aumento del rischio sistemico”.
Venivano individuate 5 aree di azione tra cui la concretizzazione a livello nazionale alla disciplina fiscale e l’accelerazione sulle riforme strutturali per la crescita e l’occupazione.
E proprio in termini di creazione di posti di lavoro le stime della Bce relative al quarto trimestre 2011, registrano che l’occupazione è diminuita dello 0,2%, tuttavia il tasso di disoccupazione è in calo a partire dal mese di aprile 2011, stabilizzandosi nel febbraio 2012 al 10,8%: “Agli inizi del 2012 i dati delle indagini confermano una stabilizzazione dell’attività economica su bassi livelli. È attesa una ripresa graduale dell’economia dell’area Euro nel corso dell’anno, tuttavia le perduranti tensioni nei mercati del debito sovrano e il loro impatto sulle condizioni creditizie, nonché il processo di risanamento dei bilancio nel settore finanziario e in quello non finanziario e l’elevata disoccupazione in alcuni Paesi dell’area dovrebbero continuare a frenare la dinamica di fondo della crescita”.