Business travel, la tecnologia sempre più importante

di Andrea Barbieri Carones

9 Luglio 2012 07:30

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Business travel: la tecnologia deve far sempre più parte nei servizi dati ai viaggiatori per affari, come è emerso in occasione di un convegno di CWT.

Che cosa vogliono le aziende dal business travel? E su che cosa puntano i viaggiatori? Di questo si è occupato il forum The Business Travel experience: what’s next”, che Carlson Wagonlit Travel (CWT), azienda specializzata nella gestione dei viaggi d’affari e dei meeting ed eventi, ha organizzato in collaborazione con Utell, Italo e la joint venture Alitalia, Air France/KLM, Delta.

Il primo che ha dato risposta a questa domanda è stato David Jarach, specializzato nell’industria dell trasporto aereo e ceo di diciottofebbraio Aviation Advisory, che ha presentato i risultati di una ricerca promossa da CWT.

L’indagine è stata strutturata in due fasi: un focus group, a cui hanno partecipato 9 travel manager e direttori acquisti, sulla cui base è stato costruito un questionario poi sottoposto a 180 viaggiatori  d’affari, attraverso interviste dirette raccolte negli scali milanesi di Linate e Malpensa: quello che emerge è che i business traveller sono sempre più interessati alla tecnologia, in aeroporto come in hotel, in treno come in aereo. Soluzioni come il wi-fi e il fast track sono tra i principali desiderata, per essere sempre connessi e velocizzare le procedure. Pur di risparmiare tempo, fattore che resta in cima alle priorità dei viaggiatori, le aziende sono disposte a pagare questo tipo di servizi, considerati particolarmente interessanti. La tecnologia però deve essere semplice, intuitiva, in una sola espressione user friendly.

Per quanto riguarda i treni, è importante che gli operatori assicurino l’effettiva connettività, mantenendo fede a quanto promesso, mentre per quanto concerne gli hotel i traveller preferiscono forme “ibride”, in cui l’automazione garantita dalla tecnologia si affianca al rapporto diretto con il personale alberghiero.

Guardando al futuro, i viaggiatori auspicano la nascita di aree di accettazione dedicate ai business traveler e la creazione di navette che operino appositamente per chi si sposta per lavoro. Un ulteriore fattore di rilievo è la possibilità di condividere la travel experience con altri viaggiatori d’affari e colleghi in piattaforme C2C dove poter scambiare opinioni e consigli, perché il viaggio inizia ancora prima della partenza.

Inoltre, la ricerca ha evidenziato differenze significative – rivelate da una cluster analysis – nei desiderata dei traveller a seconda delle dimensioni dell’azienda, dell’età dei viaggiatori o del loro ruolo: per esempio, i manager delle fasce più giovani e che lavorano nelle Pmi esprimono un legame continuo con la tecnologia, dimostrato anche dall’utilizzo di tali strumenti quale principale mezzo per la prenotazione del viaggio. Al contrario, le fasce di età più senior esprimono una minore continuità di legame con la tecnologia, delegando a terze figure, quali la segretaria, le loro prenotazioni di viaggio, alla ricerca di una difesa dello status aziendale e sociale acquisito.

Tuttavia, nonostante le diversità, una delle priorità che accumuna le aziende è ancora la ricerca di ottimizzazione dei costi, come ha evidenziato Paolo Conti, senior director Global Supplier Management Italia, Grecia ed Egitto di CWT, che ha presentato in anteprima i risultati dell’ultima ricerca del CWT Travel Management Institute – “Mastering the maze” – dedicata al trasporto aereo e via terra. Se negli ultimi anni l’interesse verso il best buy è cresciuto, non ha perso importanza la negoziazione con fornitori preferenziali per ottenere maggiori sconti ed efficienze. Si aprono, inoltre, nuovi ambiti di negoziazione quali gli ancillary cost, che costituiscono in media – secondo le risultanze della ricerca – il 6% di un viaggio aereo, o i fuel surcharge.

Sul fronte dell’hôtellerie, Marco Malacrida, amministratore unico di RES Hospitality Business Developers, ha presentato un quadro del settore, composto in Italia da circa 34mila strutture, di cui meno di 500 appartenenti a catene. Malacrida ha sottolineato come saper creare valore aggiunto possa migliorare notevolmente l’esperienza del viaggiatore, partendo da aspetti a volte ritenuti scontati come ad esempio il breakfast, che può diventare un elemento distintivo e preferenziale nella scelta di un hotel.

Per quanto riguarda, invece, l’ottimizzazione nei sistemi di prenotazione, Nina di Trapani, global manager Hotel Product di Carlson Wagonlit Travel, ha illustrato le caratteristiche di un nuovo tool appena lanciato in Italia dalla Tmc – CRS by CWT – che consente di accedere anche agli hotel non-GDS attraverso un’unica piattaforma, risparmiando così tempo e migliorando la conformità alla travel policy grazie alla possibilità di includere le strutture indipendenti tra i fornitori preferenziali.