L’ultimo report diffuso dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) mette in evidenza una situazione alquanto drammatica sul fronte occupazionale in Europa, e contiene anche un appello rivolto ai leader europei volto a limitare le politiche di austerity portate avanti nell’ultimo periodo, unica via possibile per porre un freno alla disoccupazione e favorire la creazione di nuove opportunità occupazionali.
I paesi a rischio disoccupazione record, infatti, non solo soltanto quelli attualmente più colpiti dalla crisi economica, ma il numero dei senza lavoro potrebbe aumentare anche negli stati dell’Eurozona al momento in stabilità. Il Rapporto dell’ILO dal titolo “La crisi dell’occupazione nell’Eurozona: tendenze e risposte politiche” parla chiaro in materia, sottolineando come se dal 2008 a oggi sono andati in fumo 3,5 milioni di posti di lavoro, in futuro potrebbero svanire altri 4,5 milioni.
La disoccupazione nell’area Euro, al momento, è caratterizzata da un tasso pari all’11%, che tradotto in altri termini significa 17,4 milioni di persone senza un impiego. Un notevole incremento dei disoccupati avrebbe inoltre pesanti conseguenze anche dal punto di vista sociale, dando vita a sempre più frequenti disordini interni a causa della mancanza di fiducia della popolazione nei confronti dei singoli governi.
Per scongiurare il rischio disoccupazione record nei paesi dell’Eurozona è fondamentale che ciascuno Stato potenzi gli investimenti facendo lievitare il Pil: un aumento dell’1%, ad esempio, porterebbe 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro nell’arco di due anni. Un concetto ribadito anche dal direttore generale dell’ILO Juan Somavia: “Non è solo l’Eurozona a trovarsi in difficoltà, ma è l’intera economia globale che rischia di essere contagiata. Se non saranno avviate misure per aumentare gli investimenti nell’economia reale, la crisi economica peggiorerà e non sarà possibile nessuna ripresa dell’occupazione. Abbiamo anche bisogno di un consenso globale che ci conduca a un nuovo modello di globalizzazione e di crescita ricca di occupazione. Le Nazioni Unite, le Istituzioni di Bretton Woods e il G20 hanno la responsabilità di guidare questo percorso“.
Tasto particolarmente dolente di tutto questo quadro che illustra la situazione del lavoro in Europa è dato dalla disoccupazione giovanile, basti pensare che solo nel mese di aprile il tasso è cresciuto fino al 22%, con punte anche del 30% in Italia, Portogallo e Slovacchia.