Il Tribunale civile di Genova ha imposto a una banca il pagamento di un risarcimento a un’investitrice genovese in seguito ad una truffa messa in atto da un proprio promotore. La donna si era fidata dei consigli del promoter finanziario investendo 75 mila euro, ma la cifra non le era mai tornata indietro e pertanto l’istituto finanziario dovrà provvedere a versarle l’intero importo più 45 mila euro che serviranno a coprire il danno morale subito.
Questa la sentenza del giudice Roberto Braccialini, che potrebbe rappresentare un precedente giudiziale importante. Spiega l’avvocato Claudio Renzini, che ha assistito la donna truffata che “la sentenza è peculiare perché precedenti pronunce di altri tribunali avevano escluso la responsabilità della banca“.
Il tribunale ha optato per tale sanzione sulla base del principio secondo cui “le banche devono rispondere in solido per il comportamento dei loro promotori finanziari nel caso che l’investimento fatto dai risparmiatori sia sottratto dallo stesso promotore”. Il promoter finanziario, che ha lavorato presso la Finecobank Spa del Gruppo Unicredit Spa fino al 2006, anno in cui è scomparso con un bottino di 2 milioni di euro, aveva sfruttato la buona fede dei clienti per farsi consegnare i loro risparmi con la promessa di rendite invidiabili.
Nel 2010 è stato avvistato a Santo Domingo, dove vive in compagnia di un’ex barista polacca. Il suo nome è Walter Merlino ed è un volto noto nel savonese, dove era riuscito a diventare un consulente finanziario di fiducia per molti clienti.
Trattasi di un caso davvero peculiare che, appunto, stabilisce la responsabilità delle banche per le azioni dei propri promoter. Una responsabilità che era stata negata da altre sentenze precedenti ma riconosciuta invece presso il tribunale di Genova.