La notizia era nell’aria da tempo e ora è diventata ufficiale: Valentino non è più un’azienda di moda italiana ma è di proprietà di Mayhoola for Investments, una società del Qatar dietro cui ci sarebbe addirittura la famiglia reale di questo Paese del Golfo Persico.
Per l’acquisizione del 100% di Valentino Fashion Group – dal 2007 a oggi controllato dal fondo Permira insieme alla famiglia Marzotto – sono stati pagati 700 milioni di euro, pari a 30 volte l’Ebitda del 2011, ossia il margine operativo lordo. Questo ingresso nel mondo della moda internazionale da parte della famiglia reale del Qatar non è nuovo, dato che in passato altri marchio del lusso europeo erano finiti nelle loro mani. Fra questi, Tiffany, Lvmh e i grandi magazzini londinesi di Harrod’s.
“Questo di Valentino è un grande marchio posizionato in tutto il mondo che è stato valorizzato, oltre che dallo stesso fondatore Valentino Garavani, anche dai direttori creativi Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli” ha annunciato un portavoce dell’azienda araba che ora, senza grande esperienza nel settore della moda, dovrà reperire il know how necessario per fare bene e per continuare a mantenere alti i risultati dell’azienda, che nel primo semestre del 2012 ha visto crescere del 25% il suo fatturato rispetto allo stesso periodo del 2011, anno che poi si chiuse con 322 milioni di euro pari a +20% rispetto al 2010.
Considerando gli ultimi 3-4 anni, il gruppo Valentino ha visto un imponente aumento degli introiti: tra il 2009 e il 2012, le cifre parlano di un +60%. “La capacità dei vertici di coniugare l’estetica e i valori definiti dal fondatore Valentino Garavani con una visione contemporanea e sofisticata ha reso il marchio estremamente attuale e con un grande potenziale di sviluppo. Il nostro obiettivo è quello di supportare il management al fine di raggiungere una piena valorizzazione delle prospettive di questo magnifico marchio. Crediamo inoltre che Valentino sia la base di partenza ideale per creare una più ampia presenza nel settore del lusso” ha aggiunto il protavoce dell’azienda acquirente.