Declassamento Moody’s: i commenti

di Andrea Barbieri Carones

13 Luglio 2012 14:00

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Dopo il declassamento dell'Italia da parte dell'agenzia di rating Moody's, da più parti si sono levati commenti a difesa del Paese e del governo.

Il declassamento dell’agenzia di rating Moody’s nei riguardi dell’economia italiana e dei suoi titoli di Stato ha provocato uno strascico di polemiche tra istituzioni nazionali e comunitarie. Il primo a rispondere alla notizia – secondo cui il Paese è passato da A3 fino a Baa2 – è stato il ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera, che ha definito “fuorviante e ingiustificata” la decisione di questa spa con sede a New York.

“Moody’s non ha tenuto conto del grande lavoro che questo Paese sta facendo, considerando soprattutto i risultati conseguiti nella gestione dei conti pubblici: di quseto sono sicuro che i mercati ne terranno conto nel medio e nel lungo periodo” ha sottolineato il titolare del dicastero.

Gli ha fatto eco anche Giorgio Squinzi, che dal suo ufficio di presidenza di Confindustria ha rimarcato che la salute del Paese è migliore di quanto ritenga l’agenzia di rating: “Moody’s ha fatto la sua valutazione. Ma ritengo che l’Italia e il sistema manifatturiero siano molto più forti rispetto a quanto abbia espresso la valutazione d’oltreoceano. Oltretutto mi pare che il presidente Monti stia lavorando bene e abbia puntato a cambiare radicalmente il Paese”.

Anche l’Unione europea ha mostrato le sue perplessità in merito a quanto appreso nella mattinata di oggi: un portavoce di Bruxelles ha infatti sottolineato che Moody’s arriva fuori tempo, visto che l’Italia “sta compiendo sforzi politici ed economici senza precedenti nella storia repubblicana. Penso che ci si possa legittimamente porre delle domande sull’appropriatezza della tempistica – ha detto Simon O’ Connor – di questo declassamento e non è la prima volta che si pone questa questione”, rifeanrendosi al fatto che in precedenti occasioni il declassamento aveva colpito altri Paesi con una tempistica sbagliata.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha detto che “Non ci ha mai convinto, anche in passato, la tempistica delle osservazione delle agenzie di rating nei confronti dell’Italia. Ciò non toglie che in una economia globalizzata come la nostra e sottoposta ogni giorno ai giudizi dei mercati, non se ne debba tenere conto”.

Anche dal governo tedesco è giunto un sostegno al premier Monti, che “ha fatto riforme con coraggio e forza: per questo ha il sostegno del governo tedesco”, pur non commentando esplicitamente il declassamento. E rimanendo in ambito internazionale, anche il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ha commentato la decisione di Mood’ys dicendo che non convince: “Serve un’agenzia di rating europea che sia veramente indipendente, perché ritengo che quanto osservano le agenzie di rating non sia sempre aderente alla realtà e trasparente: sembra che le loro valutazioni siano state fatte a orologeria, come per danneggiare qualcuno a favore di qualcun altro”.

Reazioni engative sono venute anche da parte dei rappreentanti dei diversi schieramenti politici: in seno al Pdl si parla di “ingerenza politica di Moody’s” mentre nel Pd si chiede il motivo per cui l’Esma e la Consob (la prima è un’autorità indipendente della Ue che si occupa di salvaguardare il sistema finanziario dell’Unione mentre la seconda è l’autorità nazionale che si occupa della trasparenza della Borsa italiana) non siano intervenute in difesa dell’Italia. Di parare opposto l’Italia dei Valori, che ha parlato di “fallimento del governo Monti”.