Bayer ha deciso la chiusura dello stabilimento di Mussolente, in provincia di Vicenza, entro dicembre 2012: una scelta dettata dalla necessità dell’azienda farmaceutica di ottenere sgravi fiscali evitando di licenziare dipendenti attivi nelle sedi tedesche. Un provvedimento che per molti prende il nome di “marketing territoriale“, e che in Italia avrà come conseguenza la perdita del posto di lavoro da parte di 50 lavoratori veneti.
Lo stabilimento vicentino della Bayer ha quindi vita breve, come annunciato agli inizi di luglio dai vertici dell’azienda, così come altri impianti gestiti dalla società d’oltralpe che ha anche deciso di effettuare gli stessi tagli nella Repubblica Ceca e in Grecia. A monte di questa politica aziendale c’è la volontà dei vertici tedeschi di accorpare più siti al fine di potenziare l’efficienza produttiva, tuttavia la vera ragione è un accordo stipulato con il Governo volto a tutelare l’occupazione locale: salvaguardare i lavoratori nazionali annullando qualsiasi iniziativa di licenziamento fino al 2015 in cambio di agevolazioni fiscali.
Oltre al malcontento dei dipendenti attivi nel sito del vicentino, la chiusura di Mussolente ha avuto come conseguenza anche un’interrogazione presentata alla Commissione Europea dall’europarlamentare Mara Bizzotto, incentrata sulla “grave decisione del colosso tedesco di chiudere entro dicembre 2012 lo stabilimento vicentino per tornare a produrre in Germania”.
A illustrare a fondo i retroscena che si celano dietro la cessazione dell’attività produttiva a Mussolente è uno dei rappresentanti sindacali della Bayer, Riccardo Bosa, sottolineando come qualsiasi ipotesi di ristrutturazione sia a tutti gli effetti impossibile perché: “Le intese firmate a livello tedesco glielo impediscono, così chiudono in Italia, in Repubblica Ceca e in Grecia per portare tutto in Germania“. Un altro aspetto tutt’altro che marginale della spinosa faccenda è stato invece chiarito da Lorenzo Bedin e Dario Bizzotto, rispettivamente provenienti da Cgil e Cisl, i quali sperano ancora in soluzioni alternative alla chiusura dell’impianto tenendo conto sia delle caratteristiche produttive dello stabilimento stesso, in grado di realizzare composti poliuretanici utilizzati per molteplici finalità e in vari settori, siea dell’elevata specializzazione del personale che difficilmente renderà possibile un reimpiego in altri impianti della Regione.
Al momento non sono giunte dichiarazioni da parte della Bayer, e riguardo alla chiusura di Mussolente non si è ancora pronunciata neanche Confindustria Veneto.