Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio l’Italia vanta un doppio primato, collocandosi in cima alla classifica dei paesi del mondo sia per la pressione fiscale sia per l’evasione. Le tasse che si abbattono annualmente sugli italiani corrispondono al 55% del Pil, e solo per quanto riguarda il 2012 la pressione fiscale apparente (calcolata sulla base del rapporto tra gettito fiscale e Pil) è pari al 45,2%, una percentuale che posiziona la penisola al quinto posto sui 35 stati presi in esame.
A mettere in evidenza come in Italia il peso fiscale che pesa sui contribuenti in regola abbia raggiunto cifre da record è la “Nota sulle determinanti dell’economia sommersa” elaborata da Confcommercio, dalla quale si apprende che il Belpaese si trova alle prime posizioni anche per quanto riguarda l’economia sommersa, pari al 17,5% del Pil e con un totale di tasse evase che ammonta a 154 miliardi di euro: “Nonostante un elevato livello di economia sommersa, gli italiani sono un popolo di pagatori di tasse, tra i maggiori pagatori al mondo. Il record mondiale dell’Italia nella pressione fiscale effettiva dipende più dall’elevato livello di sommerso economico che dall’elevato livello delle aliquote legali“.
Prendendo in esame il 2008, ad esempio, in Italia l’evasione fiscale ha portato a un sommerso che complessivamente rappresenta quasi il doppio di quello stimato nel Regno Unito, e fino a 5 o 6 volte più grande rispetto alla Francia, senza considerare che supera di 8 volte quanto calcolato in Canada.
Le motivazioni che si celano dietro queste cifre record in materia di evasione fiscale possono essere ricercate nell’inefficienza del sistema giudiziario e tributario, ma anche nelle problematiche inerenti i servizi pubblici – spesso carenti – così come nelle difficoltà che riguardano l’adempimento spontaneo delle obbligazioni fiscali. È il Codacons, invece, a focalizzare l’attenzione non solo sulle aziende ma anche sulle famiglie: “La pressione fiscale è alle stelle non solo per le imprese, ma anche per le famiglie, che ormai sono ridotte allo stremo. Non solo hanno delle tasse record, ma, per via delle mancate liberalizzazioni, hanno anche le spese obbligate più care d’Europa: conti correnti, mutui, assicurazioni, luce, gas, telefoni, benzina, farmaci“.