Google e la Commissione europea sono ormai vicini a concludere un accordo che metta fine alla questione antitrust circa le accuse di abuso di posizione dominante del colosso, relative al settore delle ricerche online e del mercato pubblicitario. Lo ha anticipato il Financial Times e successivamente è giunta anche una conferma da Joaquim Almunia, il Commissario Europeo per la Concorrenza.
Così anticipava il Financial Times la notizia: “Google ha trovato l‘intesa con l’Antitrust Ue in un accordo che risparmierebbe al colosso statunitense le accuse di abuso di posizione dominante. Mentre l’accordo deve ancora essere finalizzato i colloqui hanno superato un importante ostacolo che potrebbe salvare Google da quella decennale lotta che da Bruxelles ha perseguitato giganti del calibro di Microsoft e Intel”.
Google si è dimostrato attivo nel cercare soluzioni che possano non limitare la concorrenza in quei due settori dove la Commissione Europea crede che stia abusando della propria posizione, pertanto il Commissario Joaquim Almunia si è espresso favorevole a valutare la possibilità di trovare un accordo. Così ha infatti spiegato durante un’apposita conferenza stampa: “Dopo i nostri colloqui con Google, basati sulle nostre preoccupazioni, ci hanno dato spiegazioni sufficienti per procedere con incontri tecnici ed esplorare la possibilità di un accordo ai sensi dell’articolo 9 della regolazione antitrust. Google ha accettato di trovare delle soluzioni per le 4 aree che hanno destato la nostra preoccupazione. Le studieremo approfonditamente e speriamo questo possa condurre a degli impegni che potremo approvare e rendere vincolanti”.
C’è però da sottolineare che, sebbene questa questione possa trovare fine a breve grazie a questo accordo, l’Antitrust potrebbe aprire altre indagini sul gruppo di Mountain View. Almunia è infatti preoccupato anche per i servizi mobile e per la possibile dominanza del sistema operativo Android: “Non abbiamo aperto altre inchieste, ma non escludo che in futuro ulteriori aspetti dell’attività di Google possano seguire la strada delle indagini che abbiamo lanciato nel 2010”.
In futuro dunque Google potrebbe finire nuovamente sotto il mirino dell’Antitrust, che desidera assolutamente che l’azienda di Sergey Brin e Larry Page non limiti in maniera scorretta la concorrenza. Per quanto riguarda Android, Almunia ha spiegato che la decisione di trovare un accordo “non implica assolutamente che non siamo preoccupati dalla possibilità che Google possa abusare del patrimonio di brevetti Motorola, legandone alcuni ai dispositivi Android”.