Saipem ha reso noto i risultati del primo semestre 2012, esaminati oggi dal consiglio di amministrazione e attualmente in fase di revisione contabile. I principali dati della società di ingegneria del gruppo Eni indicano che l’utile netto del primo semestre ha raggiunto quota 473 milioni di euro, con un aumento dell’8% % rispetto allo stesso periodo del 2011, e quelli del secondo trimestre hanno invece toccato quota 242 milioni di euro, con un incremento del 7,6% sempre rispetto al corrispondente esercizio dello scorso anno.
Nel periodo gennaio-giugno, l’azienda ha acquisito nuovi ordini per 6,3 miliardi di euro, mentre quelli dello stesso semestre dello scorso anno furono 297 milioni in meno. Il portafoglio ordini residuo al 30 giugno 2012 si attesta a 20.323 milioni di euro, contro i 20.401 milioni di euro al 31 marzo 2012.
Un comunicato della società indica anche che il portafoglio ordini esistente e i risultati del primo semestre “consentono di confermare la guidance per l’intero esercizio 2012: ricavi per circa 13 miliardi di euro, Ebit di circa 1,6 miliardi di euro e utile netto di circa un miliardo di euro”. Saipem prevede di effettuare investimenti per circa un miliardo di euro, in aumento di 100 milioni, rispetto alla guidance iniziale.
Per quanto riguarda gli investimenti tecnici effettuati nella prima metà del 2012, hanno toccato quota 548 milioni di euro, contro i 561 milioni nel corrispondente periodo dell’esercizio precedente.
L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2012 ammonta a 3.935 milioni di euro, con un incremento di 743 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2011: una nota Saipem ascrive la differenza a un sensibile peggioramento del capitale circolante registrato nel 1° trimestre, alla distribuzione di dividendi avvenuta nel 2° trimestre e al rinnovo di operazioni di copertura cambi in presenza di un dollaro USA che si rafforzato rispetto alla Moneta Unica europea, per un esborso di circa 98 milioni di euro nel semestre.
Per quanto riguarda le previsioni per il 2012, l’azienda ha individuato 3 punti chiave: un aumento degli investimenti complessivi effettuati a livello mondiale dall’industria petrolifera; una bassa domanda di gas nell’Unione europea, con conseguente slittamento di alcuni programmi di sviluppo e la stop alla costruzione di infrastrutture di trasporto; il perdurare della recessione economica, fortemente legata a il sistema finanziario, che sta rellentando quando non bloccando i progetti di investimento di molte aziende petrolifere, che rappresentano il core business di Saipem.