Alla Bce presto il controllo sulle banche Ue

di Carlo Lavalle

10 Settembre 2012 07:30

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La Commissione Ue si prepara a riformare il meccanismo di supervisione del sistema bancario per rendere più sicuri istituti di credito e depositi.

La Bce dovrebbe acquisire a breve pieni poteri di vigilanza su tutte le banche dell’Eurozona, grandi e piccole. E’ la proposta contenuta nella bozza di regolamento della Commissione europea (CE) per arrivare all’istituzione di un organismo unico di supervisione bancaria.

Al perfezionamento del progetto, che dovrebbe essere approvato a giorni in sede comunitaria e presentato al Parlamento di Strasburgo il 12 settembre dal presidente della CE Barroso, sta lavorando alacremente il commissario al mercato interno Michel Barnier.

Si tratta di un primo passo formale verso la creazione di una unione bancaria europea già indicata come obiettivo per tutelare meglio istituti di credito e correntisti e tornata prepotentemente al centro dell’attenzione in seguito al protrarsi della crisi che richiede per evitare effetti contagio disastrosi misure incisive per la stabilizzazione del sistema finanziario.

Questo indirizzo chiarito nel Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012 trova una sua concretizzazione nel testo preparato dalla CE che prevede l’affidamento alla Bce di compiti strategici di sorveglianza sulle 6000 banche della zona Euro contemplando un periodo transitorio di un anno nel quale alcune funzioni resteranno in mano alle autorità nazionali fino all’entrata in vigore della riforma a partire dal 1° gennaio 2013 secondo quanto dichiarato da Barroso in occasione del workshop Ambrosetti di Cernobbio.

In base alle anticipazioni la Bce avrebbe poteri ampi comprendenti, oltre a quelli tipici di ispezione e sanzione, la possibilità di concedere o togliere l’autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, di imporre particolari misure prudenziali, di decidere stress test, di fissare limiti relativi ad esposizioni creditizie.

Le regole del “piano Barnier” verranno applicate anche ai paesi non appartenenti all’area Euro che decideranno di partecipare in modo volontario al nuovo schema.