Stime al ribasso del prodotto interno lordo (PIL) italiano che in base alla revisione effettuata dall’Istat mostra un peggioramento di meno 0,1% punti percentuali su base annua e congiunturale.
Nel secondo trimestre del 2012 il PIL, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% nei confronti del secondo trimestre del 2011. In precedenza, secondo una valutazione del 7 agosto 2012 scorso, la riduzione congiunturale risultava dello 0,7% e quella tendenziale del 2,5%.
Confrontata con i dati di altri paesi la performance dell’Italia non è confortante: in termini congiunturali, nel secondo trimestre 2012 Stati Uniti, Germania e Giappone registrano un aumento del PIL rispettivamente di 0,4% e 0,3% mentre la Francia rimane in una situazione stazionaria e la Gran Bretagna segna una diminuzione dello 0,5%.
In termini tendenziali invece sono stati osservati incrementi del 3,6% in Giappone, del 2,3% negli Stati Uniti, dell’1,0% in Germania e dello 0,3% in Francia. Nell’Eurozona si registra complessivamente una riduzione del PIL dello 0,2% in confronto al trimestre precedente e dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Tornando all’Italia, incide notevolmente sull’andamento dell’economia il crollo tendenziale della spesa delle famiglie (-3,5%) dovuto a diminuzioni del 10,1% per gli acquisti di beni durevoli, del 3,5% per quelli di beni non durevoli e dell’1,1% per gli acquisti di servizi.
Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna, dice l’Istat, sono diminuiti in misura significativa, con cali dello 0,7% dei consumi finali nazionali e del 2,3% degli investimenti fissi lordi. Sulla contrazione degli investimenti pesa una flessione di tutte le componenti e, segnatamente, la spesa per macchine, attrezzature e altri prodotti registra una flessione del 3,1%, la spesa per mezzi di trasporto del 3,8% e gli investimenti in costruzioni dell’1,5%.
Nel secondo trimestre i dati sul valore aggiunto dei tre comparti di attività economica sono negativi : -1,9% per l’agricoltura, -1,6% per l’industria e -0,5% per i servizi. In termini tendenziali, il valore aggiunto è aumentato dello 0,9% nell’agricoltura, mentre è diminuito del 6,0% nell’industria in senso stretto, del 6,5% nelle costruzioni e dell’1,1% nel complesso dei servizi.
In generale, sono in calo le importazioni (-0,4%), al contrario delle esportazioni che sono aumentate di un +0,2%.