Incontro Marchionne-Monti: 5 richieste per salvare la Fiat

di Teresa Barone

20 Settembre 2012 12:30

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Marchionne prepara l?ordine del giorno per il vertice a Palazzo Chigi: investire sulla Fiat in Italia solo a patto che siano soddisfatte 5 richieste.

Si avvicina la data dell’incontro tra l’AD di Fiat Sergio Marchionne e il Premier Mario Monti, vertice decisivo per conoscere quale sarà la sorte dell’azienda torinese. L’amministratore delegato del Lingotto è attualmente impegnato nello studio di una strategia finalizzata a garantire la produzione in Italia, sviscerando quelle che sono le problematiche di fondo.

Crisi economica, crisi del settore auto in Italia e in Europa, futuro degli stabilimenti Fiat al momento attivi: questi i temi caldi che saranno messi sul tavolo di Palazzo Chigi, al quale parteciperanno anche il presidente Fiat John Elkann, il Ministro del Welfare Elsa Fornero e Corrado Passera, a capo del dicastero dello Sviluppo economico.

L’obiettivo del Premier è quello di garantire la permanenza dell’azienda in Italia, verificando tutti i potenziali investimenti finalizzati a sostenere la produttività e l’assetto occupazionale in tutti gli stabilimenti (Mirafiori, Pomigliano, Cassino e Melfi). Marchionne, tuttavia, ha tutta l’intenzione di giocare carte importanti: stando alle anticipazioni sull’imminente tavolo di trattative, sono cinque i punti chiave sui quali sarà focalizzata l’attenzione, basati su altrettante richieste avanzate dal CEO Fiat.

I vertici del Lingotto chiederanno a Monti di poter usufruire della cassa integrazione fino a che le vendite non ripartiranno, senza tuttavia pretendere un aiuto vero e proprio da parte del Governo. L’azienda mira a ottenere minore conflittualità sindacale e completa applicabilità dei nuovi contratti di lavoro: si tratta di richieste che svelano l’esigenza di avere meno limiti sia in merito alla gestione della forza lavoro, sia in materia di accesso al credito. Marchionne auspica, infatti, anche l’introduzione di deroghe alle leggi sul lavoro (una possibilità sancita dal l’articolo 8 della manovra di ferragosto), nonché la possibilità di accedere al credito per gli investimenti con tassi simili a quelli applicati dalle banche USA o tedesche.

Una dichiarazione di Marchionne rende bene quale sia la posizione della Fiat: “Mi rendo conto che la Fiat è importante per l’Italia, ma io non posso fare beneficenza“.