Il lieto fine è (forse) arrivato. A margine di una lunga negoziazione al ministero del Lavoro, è infatti giunta la notizia attesa: i 30 esuberi previsti inizialmente dal piano industriale di Lactalis su Parmalat sono stati azzerati, con conseguente soddisfazione delle principali parti sindacali, che negli ultimi mesi avevano partecipato con grande attenzione al tentativo di trovare una soluzione utile.
La multinazionale francese sembra essere intenzionata a scommettere ancora su Parmalat. Pertanto, considerando che non vi sarà alcun disimpegno, l’azienda ha puntato a investimenti italiani per una cifra vicina ai 180 milioni di euro, finalizzati all’impiego nel settore marketing e in quello dello sviluppo e della valorizzazione dei prodotti.
Il bicchiere, ad ogni modo, non potrà essere completamente pieno: l’accordo non riguarda infatti gli altri 90 esuberi che erano stati previsti a livello nazionale (60 a Genova), per i quali saranno attivati la cassa integrazione straordinaria per 12 mesi, le procedure di mobilità volontaria, l’accompagnamento per i dipendenti pensionabili. L’attivazione degli ammortizzatori sociali dovrebbe consentire alle parti di avere un po’ di tempo a disposizione per trovare una soluzione condivisa, da individuarsi all’interno del tavolo istituzionale che Lactalis vuole indire con gli enti locali.
“Per quanto riguarda la chiusura dei siti di Genova, Cilavegna, Carnini, che generano 93 esuberi” – riportava poche ore fa una nota della Flai Cgil – “è stato concordato un piano sociale che prevede il ricorso alla cassa integrazione per cessazione attività. L’azienda si impegna da subito a mettere a disposizione dei lavoratori 30 nuovi posti lavorativi negli altri stabilimenti dell’Azienda e di Lactalis. Il suddetto piano sociale prevede una serie di incentivi ai lavoratori per favorire la collocazione, e per quanto riguarda i lavoratori del sito di Genova, la Parmalat si impegna, di fronte a nuove iniziative imprenditoriali che dovessero acquisire lo stabilimento, ad inserire nel contratto di vendita la clausola di riassunzione dei dipendenti in cassa integrazione”.