iPad Mini il 17 ottobre, Apple accusata per le garanzie

di Floriana Giambarresi

Pubblicato 2 Ottobre 2012
Aggiornato 24 Febbraio 2018 09:55

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iPad Mini è ormai vicinissimo al debutto: secondo diverse fonti Apple ha già avviato la produzione in Brasile e lo presenterà il 17 ottobre.

Gia da diverso tempo si parla dell’imminente arrivo di iPad Mini, entro la fine dell’anno, e ora ulteriori indiscrezioni vedono Apple in procinto di annunciarlo il giorno 17 ottobre. Nel frattempo, l’azienda di Cupertino viene accusata di operare in maniera illecita sulle garanzie.

Macotakara spiega di aver appreso da fonti anonime che iPad Mini sarebbe già in produzione in Brasile, presso lo stabilimento locale di Foxconn, partner di Apple e responsabile della realizzazione di numerosi dispositivi con la mela morsicata, tra cui anche il recente iPhone 5. A quanto pare, l’impianto cinese di Foxconn non avrebbe ottenuto l’incarico, e il compito sarebbe stato affidato proprio alla fabbrica brasiliana recentemente aperta.

A quanto pare, iPad Mini non avrà un microfono nella parte posteriore della scocca, ma comprenderà la presenza di una fotocamera utile per le videochiamate tramite FaceTime. Eseguirà iOS 6 e i professionisti e manager di tutto il mondo avrebbero così a disposizione un tablet dalle dimensioni più piccole, più leggero, maneggevole e con un parco applicazioni di tutto rispetto, utile ad aumentare la produttività.

Al contempo giungono notizie negative sul fronte aziendale Apple: il commissario europeo alla Giustizia Viviane Reading ha scritto ai paesi membri dell’Ue per invitarli a controllare che i negozi Apple e i partner ufficiali abbiano informato i clienti sui loro diritti circa la garanzia di iPhone e iPad.

“La Apple ha reso noto che i suoi prodotti hanno una garanzia di un anno ma ha omesso di indicare con chiarezza il diritto gratuito e automatico per i consumatori ad una garanzia minima di due anni in base alla normativa Ue“, ha scritto la Reding. Si ricorda che nello scorso dicembre, Cupertino era finita sul mirino dell’Antitrust italiano proprio per lo stesso motivo, ed era stata obbligata a pagare 900 mila euro per pratiche commerciali scorrette.