Ocse: italiani grandi lavoratori, ma poco produttivi

di Teresa Barone

Pubblicato 4 Ottobre 2012
Aggiornato 9 Dicembre 2021 09:36

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L?Italia è in cima ai paesi dell?Eurozona per ore lavorate, ma non per produttività: lo afferma l?Ocse, che propone strategie per aumentare il Pil.

Il numero di ore di lavoro realmente realizzate dagli italiani è superiore alla media dell’Eurozona, ma questo non basta per sollevare i livelli della produttività. Lo afferma l’Ocse, che nella recente “Conferenza internazionale sulle riforme strutturali in Italia” ha messo in evidenza lo stretto legame che unisce il calo del Pil con l’andamento decrescente della produttività nel paese.

Se gli italiani lavorano circa 1.774 ore in un anno allineandosi alla media Ocse, con 1.775 ore, nella UE la cifra scende fino a 1.573. Il dato è ancora più sorprendente se confrontato quanto avviene in Germania, dove il numero di ore è inferiore di ben 363 unità. Nonostante questo stacanovismo apparente, la quantità di tempo trascorso sul lavoro non sembra influire positivamente dal punto di vista produttivo. Secondo l’Ocse, infatti, nel 2011 il valore della produttività nella penisola (calcolato sulla base del Pil) si aggirava intorno ai 45,6 dollari, contro gli 81,5 della Norvegia, dove tuttavia si lavora molto meno.

Il numero di ore lavorate è quindi inversamente proporzionale alla produttività: un concetto non condiviso, ad esempio, dal leader di Confindustria Squinzi, secondo il quale per incrementare il Pil sarebbe sufficiente lavorare di più. Una teoria che tiene conto, forse, del notevole contributo fornito dai lavoratori autonomi che, mediamente, dedicano alla professione più tempo dei lavoratori dipendenti.

È sempre l’Ocse, invece, a tentare di dare una spiegazione a questo fenomeno che caratterizza l’Italia, principalmente fornendo alcune soluzioni concrete. Da un lato è necessario intervenire con una adeguata moderazione salariale, mentre dall’altro lato è fondamentale ridurre il volume di tasse sul lavoro, che nel Bel Paese raggiunge cifre record. Un altro passaggio obbligato per potenziare la produttività è investire nella tecnologia promuovendo nuovi progetti di ricerca e sviluppo.