Gli ultimi dati pubblicati dall’Istat certificano quanto già noto nella società italiana: le famiglie perdono potere d’acquisto e non riescono più a risparmiare. Le statistiche quantitative dell’istituto segnalano infatti come nel corso del 2011 il valore dei soldi in tasca agli italiani sia diminuito dello 0,8%, mentre la propensione al risparmio sia addirittura calata all’8,8%. Durnte lo scorso anno, poi, la variazione in volume del PIL è stata di +0,4%.
Non solo: all’interno del suo rapporto sui Conti economici nazionali, l’Istat spiega come il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici sia cresciuto, in valori correnti, dell’1,9%, mentre la spesa per i consumi finali sia incrementata del 2,9%.
Ad ogni modo, la dinamica dei prezzi avrebbe subito un’evoluzione negativa, con una contrazione del potere d’acquisto delle famiglie (ovvero, il loro reddito disponibile in termini reali) pari allo 0,8%. In compensazione con la diminuita capacità d’acquisto le famiglie italiane hanno ridotto di 0,9 punti percentuali la propensione al risparmio (cioè il rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il reddito disponibile di riferimento) che è calata al livello sopra anticipato pari all’8,8%.
A quanto sopra è conseguito, inoltre, un calo dell’accreditamento delle famiglie consumatrici, che nel 2011 è stato pari a 17 miliardi di euro, contro i 25 miliardi di euro del 2010.
Sul fronte dei conti pubblici, l’Istituto afferma come nel 2011 il Pil sia salito dello 0,4%, unitamente all’apprezzamento delle importazioni di beni e di servizi dello 0,6%. Complessivamente, le risorse disponibili sono invece incrementate dello 0,5%. Sul fronte degli impieghi, flessione lieve, per 0,1 punti percentuali, dei consumi finali nazionali. Più significativo il calo degli investimenti fissi lordi (-1,8 punti percentuali), mentre è positivo, per 6 punti percentuali, il controvalore dell’export di beni e servizi.
Infine, l’Istat rende noto come il rapporto tra l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche rispetto al PIL sia stato di -3,9% nel 2011 contro il -4,5% del 2010.