La Cassa Depositi e Prestiti controlla Snam. Dopo il passaggio della quota di partecipazione da Eni alla Cdp, infatti, la società esce in maniera definitiva dal recinto di controllo della compagnia petrolifera, divenendo parte integrante della mano operativa della Cassa, che non ha tuttavia escluso di poter cedere parte della quota acquisita ad altri investitori.
Procedendo per ordine in una giornata – quella di ieri – particolarmente movimentata per Snam, possiamo ricordare come il primo step importante sia stata l’operazione di cessione a Cassa Depositi e Prestiti di un volume di azioni superiore al miliardo, equivalente al 30% meno un’azione del capitale della società con diritto di voto.
Per accaparrarsi tale importante pacchetto di partecipazioni la Cdp pagherà in totale 3,5 miliardi di euro, di cui 1,8 miliardi di euro già versati al closing della giornata di ieri, una seconda parte entro il 31 dicembre 2012, e una terza parte entro il 31 maggio 2013. Come prevedibile, la cessione è stata effettuata a seguito del verificarsi delle condizioni sospensive, come l’atteso nulla osta da parte dell’Antitrust.
Una volta archiviata l’operazione, Eni uscirà completamente dal business Snam, ottenendo in cambio un significativo miglioramento della propria posizione finanziaria netta, ammontante a 14,7 miliardi di euro, pari al corrispettivo riconosciuto dalla Cassa Depositi e Prestiti per la partecipazione ceduta, e dal rimborso dei crediti infragruppo di Snam.
Come abbiamo anticipato in apertura di questo breve approfondimento, la Cassa non dovrebbe rimanere a lungo con in mano il 30% del capitale votante di Snam: con una nota, infatti, l’operatore di emanazione statale ha reso noto di voler cedere parte delle quote agli investitori. In questo modo, Cdp potrebbe recuperare una fetta della somma investita, probabilmente – si dice nei corridoi – vendendo parte del capitale a un fondo sovrano con il quale le trattative sarebbero in fase già avanzata.
Infine, il consiglio di amministrazione di Snam ha cooptato in consiglio Lorenzo Bini Smaghi, Roberta Melfa e Andrea Novelli come nuovi componenti non esecutivi, al posto dei dimissionari Salvatore Sardo, Alessandro Bernini e Massimo Mantovani.