Per Monte dei Paschi di Siena è arrivata la scure di Moody’s: l’agenzia di rating ha declassato la banca togliendo due punti e portandola a Ba2 da Baa3, con un outlook che rimane fermo a valori negativi (il taglio ha colpito anche Mps Capital Services).
Un downgrade che segna per Mps una valutazione molto bassa, e questo nonostante l’aumento di capitale affluito grazie all’intervento del Governo. Secondo Moody’s, infatti, le nuove risorse (si parla di 1,5 miliardi di euro) non sarebbero sufficienti per risollevare le sorti dell’istituto bancario, che invece avrebbe bisogno di ulteriori fondi esterni.
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Una situazione che la stessa agenzia internazionale considera precaria anche alla luce dell’economia nazionale, ancora gravemente penalizzata dalla crisi economica e caratterizzata dai valori del Pil destinati a calare ulteriormente fino alla fine del 2012: “Come gli stress test dell’European Banking Authority (Eba) e della Banca d’Italia hanno mostrato, Mps non è stata in grado di aumentare la propria base di capitale ai livelli richiesti. La qualità degli asset di Mps è debole e continuerà a peggiorare date le deboli prospettive di crescita dell’Italia per la parte restante del 2012 e per il 2013“.
Un prossimo deterioramento della qualità degli asset è quindi altamente probabile, e quasi certamente Mps non riuscirà a reperire il capitale necessario per “mantenere i livelli patrimoniali regolamentari” attraverso le risorse interne, dovendo quindi ricorrere ad altri aiuti. Anche l’esecuzione del piano industriale, infine, potrebbe essere più complicata del previsto.
Il declassamento ha causato un calo del titolo in Borsa a Piazza Affari: -2,7%.