Dopo una lunga trattativa, Intesa Sanpaolo ha raggiunto un accordo con i sindacati per regolare le ricadute che il piano d’impresa 2011 – 2015 avrà sui dipendenti della banca. Tra i punti centrali dell’intesa spicca la conferma di tutti i 1.300 apprendisti precedentemente assunti dall’istituto di credito (compresi quelli già licenziati), e una serie di innovazioni che dovrebbero impattare su trasferimenti, orari di lavoro, e altri aspetti del quotidiano rapporto di lavoro. L’accordo sarà ora sottoposto alla valutazione dei lavoratori nelle assemblee.
Anzitutto, al fine di finanziare il fondo esuberi per i lavoratori già usciti, e per confermare gli apprendisti, tutti i lavoratori di Intesa Sanpaolo dovranno sopportare il sacrificio di alcuni giorni di lavoro non retribuiti: a seconda dell’inserimento professionale e contrattuale, pertanto, i dipendenti rimarranno a casa qualche giorno (minimo 4) in più nel triennio 2013 – 2015.
“L’accordo raggiunto dà importanti garanzie sull’occupazione giovanile, ripristina un impianto complessivo di tutele economiche e normative per tutti i lavoratori del gruppo e limita il contenimento dei costi con misure temporanee e molto al di sotto delle pesanti richieste aziendali” si legge in un comunicato unitario delle sigle sindacali del credito.
“Abbiamo sconfitto l’idea che per fare un accordo sul piano industriale d’Intesa Sanpaolo fosse necessario sacrificare qualcuno, fossero questi i più anziani o i più giovani. Nessuno verrà lasciato indietro, nessuno verrà rottamato e tutti i 1.300 apprendisti di Intesa Sanpaolo, compresi quelli già licenziati nel mese di ottobre, verranno assunti e confermati a tempo indeterminato” ha invece aggiunto in merito Mauro Bossola, segretario generale aggiunto della Fabi.