Ancora due settimane di cassa integrazione per oltre 2000 lavoratori Fiat di Pomigliano, che resteranno fermi dal 26 novembre al 9 dicembre. Ad annunciarlo sono alcune fonti sindacali, che rendono nota la decisione dei vertici del gruppo auto di riattivare la Cig dal 29 ottobre fino al 12 novembre.
La notizia di altre due settimane di stop per i lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano arriva a pochi giorni dalla visita di Sergio Marchionne e del Ministro Corrado Clini, evento che inizialmente sembrava aprire uno spiraglio sul futuro del sito. La cassa integrazione riguarderà esattamente tutti i 2150 addetti alla produzione, e l’annuncio ha destato inevitabili preoccupazioni tra le sigle sindacali.
Fiat >> leggi la notizia sulla condanna in appello
Giuseppe Farina, segretario generale di Fim Cisl, ha infatti evidenziato come questa decisione dell’azienda torinese sia dettata anche dalla constatazione che il mercato auto è ancora in piena crisi: “Abbiamo avuto notizia di altre due settimane di cassa integrazione a Pomigliano. Sapevamo che la fase di difficoltà del mercato prosegue, e di conseguenza la ‘transizione’ di Pomigliano si allunga. È una cosa quindi che non ci sorprende ma che ci preoccupa. Certamente, nell’incontro che faremo il 30 ottobre con l’azienda chiederemo conto di questo, come della situazione degli altri stabilimenti“.
Le tensioni a Pomigliano si sono ulteriormente inasprite anche per altre motivazioni non direttamente legate alla Cig: secondo alcune dichiarazioni rilasciate dal segretario generale della Fiom Maurizio Landini, infatti, l’azienda dovrebbe concentrarsi sulle strategie necessarie per riportarla in auge, come l’avvio di nuovi investimenti e la produzione di nuovi modelli, tuttavia sembra siano attualmente in atto comportamenti potenzialmente discriminatori: “A quanto apprendiamo, i capi Fiat nello stabilimento stanno girando per le linee di montaggio e, attraverso l’ennesimo ricatto, stanno chiedendo ai lavoratori di firmare un testo in cui si schierano contro il rientro dei 145 lavoratori della Fiom, come ordinato dalla Corte d’appello del Tribunale di Roma“.