Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, è intervenuto al convegno dei giovani industriali chiedendo a gran voce l’intervento dell’esecutivo in favore delle imprese. Le imprese italiane “stanno soffrendo, forse anche morendo di fisco” – ha affermato il numero 1 di viale dell’Astronomia nel suo intervento, per poi aggiungere e riconoscere che “il governo sta facendo delle cose”, ma segnalando altresì che “certamente non sta facendo tutto quello che sarebbe necessario per fare il salto di qualità”.
Proprio al governo Squinzi sembra dedicare una parte rilevante del proprio intervento, affermando come la spending review non possa che costituire una mera anteprima di ciò che è essenziale, e sollecitando la necessità di agire nei confronti di una revisione “molto più decisa”, che possa essere utile a “destinare tutti i fondi che si liberano alla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori, le imprese, i cittadini”. Il carico fiscale è considerato da Confindustria quale “estremamente elevato”, mentre l’Irap viene definita come “un’imposta iniqua”.
Proprio sulle tasse e sul carico fiscale Squinzi sembra avere le idee ben chiare, e raccoglie consenti tra le fila dei giovani presenti: è importante che “il prossimo governo si strutturi per allinearsi sulla media Ue del 33 – 35%” – ha proseguito il numero 1 di Confindustria, ribadendo tra l’altro che le imprese sarebbero pronte a “rinunciare tranquillamente agli incentivi”, e disponendo pertanto che i 2,8 miliardi di euro di controvalore vengano messi “su una riduzione del carico fiscale”.
Critiche, inoltre, per la legge di stabilità. Un provvedimento dove, afferma Squinzi, “c’è molto poco per la crescita: in questa direzione si doveva fare uno sforzo maggiore”. La legge “non riesce a portare fino in fondo le decisioni perchè manca una base politica ed una visione di medio lungo termine”. Pertanto, di qui, la richiesta che “ritorni una politica vera, buona”, e che “dalla prossima legislatura serva una legittimazione politicha molto più importante”.
Infine, sul fronte della produttività, Squinzi ricorda come è fondamentale recuperare “in tempi brevi, se non tutti almeno una parte dei 20 punti persi rispetto alla Germania“.