Coloro che auspicavano una sostenuta ripresa economica dell’Unione Europea, dell’Eurozona e – soprattutto – dell’Italia, già nel 2013, saranno probabilmente costretti a riporre nel cassetto i propri piani positivi sul futuro a breve e medio termine dell’economia tricolore. La Commissione Europea ha infatti pubblicato le nuove stime sull’andamento dell’economia UE e, al suo interno, dell’area Euro e di quella italiana. Stime che, fin dalle prime pagine, non promettono grandi soddisfazioni per gli europei, visto e considerato che anche nel 2013 rimarranno intatte le preoccupazioni per il peggioramento del mercato del lavoro, delle finanze pubbliche, delle capacità d’acquisto dei consumatori.
Tra i Paesi a finire sotto la lente di ingrandimento della Commissione Europea spiccano la Grecia e la Spagna, che mancheranno gli obiettivi precedentemente fissati, mentre alla Francia è attribuito il superamento del 3 per cento di deficit. Per l’Italia la Commissione Europea spende parole positive, ma conclude asserendo che la Penisola non riuscirà a conseguire il target del pareggio di bilancio, sul quale il governo Monti sta puntando enormi sacrifici.
La Commissione afferma infatti che nel corso del 2013 l’Italia sarà in grado di sfiorare – ma non raggiungere – l’ambizioso obiettivo del pareggio di bilancio. Una meta che comunque la Penisola riuscirà a conseguire nel corso del 2014. Per quanto concerne gli altri principali dati macroeconomici, la Commissione stima che per l’Italia l’avanzo primario supererà il 5 per cento nel 2013 e si stabilizzerà al 3,7 per cento nel successivo 2014.
Il deficit italiano chiuderà il 2012 al 2,9 per cento, mentre si abbasserà al 2,1 per cento dal 2013, contro previsioni del governo pari al 2,6 per cento per il 2012, 1,8 per cento nel 2013 e 1,5 per cento nel 2014. Il debito dovrebbe invece peggiorare al 126,5 per cento del prodotto interno lordo, prima di crescere al 127,6 per cento nel 2013 e ricominciare a scendere lentamente nel 2014, al 126,5 per cento, contro auspici del governo tecnico pari al 125,1 per cento.
Ancora, per quanto riguarda il Pil, Bruxelles stima una contrazione del 2,3 per cento nel 2012, una flessione dello 0,5 per cento nel 2013 e, finalmente, un incremento dello 0,8 per cento nel 2014. Il governo Monti aveva invece previsto una flessione del prodotto interno lordo pari al 2,4 per cento per il 2012, una diminuzione dello 0,2 per cento nel 2013 e una crescita sostenuta, pari all’1,1 per cento, nel 2014.