Assunzioni in calo in Italia

di Carlo Lavalle

12 Novembre 2012 11:00

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Pubblicata l'indagine di Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro sul IV trimestre 2012

Sono oltre 218 mila le assunzioni previste nell’industria e nei servizi tra ottobre-dicembre 2012, ma soltanto il 19% a tempo indeterminato. Inoltre, il saldo complessivo per il lavoro dipendente si manterrà negativo anche per fine anno con quasi 120.000 i posti di lavoro in meno. Questi in sintesi dati rilevanti dell’indagine effettuata da Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro.

Il calo dei lavoratori subordinati è in parte il risultato della conclusione di contratti stagionali o comunque a termine (12 mila di essi lavoratori in somministrazione o interinali). I restanti 107.000 lavoratori dipendenti persi, a carattere non stagionale e stagionale, si distribuiscono in tutte le regioni, eccetto il Trentino Alto Adige dove l’occupazione è sostenuta dall’arrivo della stagione turistica che comporterà 2.700 posti di lavoro in più entro fine anno.

Sul piano contrattuale si evidenzia nel IV trimestre 2012 una ripresina rispetto ai trimestri precedenti del tempo indeterminato e determinato, dopo la flessione del trimestre precedente, e il rilancio dei contratti di apprendistato, sui quali la recente riforma del lavoro, varata dal Governo Monti, ha puntato molto. Tuttavia, emerge un divario sempre più ampio tra lavoro “stabile” (contratto a tempo indeterminato, cui può essere assimilata anche la nuova formula dell’apprendistato), pari al 19%, e le altre forme di lavoro, sia subordinato (contratto a termine, compreso quello a carattere stagionale, e lavoratori interinali), sia autonomo (collaboratori a progetto, partite IVA e lavoratori occasionali) che sommate arrivano alla percentuale dell’81%.

Secondo il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello “nel programmare le entrate di nuovo personale le imprese manifestano tutta l’incertezza di questa fase congiunturale. Si ha quasi la sensazione che il tessuto produttivo, soprattutto nelle aree vocate all’export, abbia la tentazione di allargare la propria base occupazionale ma poi tema di fare il passo più lungo della gamba, introducendo in forma stabile nei propri organici nuovo personale”.