Non capita spesso di vedere il nostro paese primeggiare nelle classifiche europee. E non fa certo piacere vederlo primeggiare in negativo, come nel caso del carico fiscale sulle imprese. È quanto emerge da una ricerca di Synergia Consulting Group, che sarà presentata in occasione del convegno annuale in programma venerdì 16 novembre a Roma sul tema “Rapporto Fisco e imprese: una relazione da migliorare”.
L’Italia, secondo dati della Banca Mondiale, raggiunge il primato europeo con il 68,5% nel “total tax rate”. Un indice che tiene conto del carico fiscale effettivo sulle imprese, considerando non solo le aliquote ufficiali ma tutti i fattori. Sul podio continentale ci seguono la Francia (65,7%) e l’Estonia (58,6%). Secondo la ricerca, il nostro paese primeggia in Europa per la pressione fiscale sulle imprese, non solo per le aliquote elevate, ma anche per il complicato gioco di addizionali e spese non deducibili, in tutto o in parte. Con il risultato che, a parità di ricavi e costi, in Italia l’utile netto è inferiore del 60% rispetto ad una analoga azienda spagnola, del 39% rispetto a una inglese e del 23% a una francese. Con solo le aziende tedesche che subiscono un prelievo superiore (di circa il 6%) rispetto a quelle italiane.
Siamo al quinto posto fra i 27 Paesi dell’Unione Europea per incidenza delle entrate fiscali sul prodotto interno lordo, con il 45,2%, contro una media del 40,6%. E mentre dal 2000 ad oggi la pressione fiscale è scesa un po’ ovunque, in Italia, invece, ha registrato il record nell’aumento con un + 3,4% sul prodotto interno lordo. Ma il nostro paese svetta anche per la tassazione sul lavoro, che finisce per riflettersi sui costi aziendali, come rileva l’analisi di Synergia Consulting Group. Nel 1995 eravamo al decimo posto continentale, con un “tax rate” del 37,8%, già allora superiore alla media europea (35,3%). A fine 2010 il livello era salito al 42,6%, un dato che ha portato la Penisola al record assoluto. In quasi tutti i Paesi c’è stata invece una riduzione del carico fiscale e contributivo sul lavoro, e la media continentale è scesa al 33,4%.
“L’Unione Europea è considerata l’area del mondo con il più elevato carico fiscale e l’Italia purtroppo è ai primi posti – osserva Pietro Mastrapasqua, amministratore delegato di Synergia Consulting Group – Per attirare nuovi investimenti e favorire lo sviluppo delle economie, bisogna ragionare su un carico impositivo più equilibrato. I mercati ormai sono globali e per stimolare la crescita anche il fattore tributario è diventato un elemento di competitività rilevante del sistema Paese”.