Fornero: la riforma del lavoro non sarà annullata

di Teresa Barone

20 Novembre 2012 10:00

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La riforma del lavoro non sarà cancellata dal prossimo Governo: il Ministro Fornero sottolinea i vantaggi per la produttività e i giovani.

La riforma del lavoro messa in atto dal Ministro Elsa Fornero sopravvivrà anche con il nuovo Governo, che non cancellerà le importanti misure adottata dall’attuale esecutivo in materia di contratti, licenziamenti, pensioni e incentivi all’occupazione. Di questo ne è certa proprio la responsabile del Welfare, che ha illustrato il suo pensiero nel corso del convegno promosso da Confindustria Trento.

Per Elsa Fornero la riforma del lavoro è decisiva sotto due punti di vista, tenendo conto sia della sua stabilizzazione finanziaria sia della necessità di imporre equità tra le generazioni: “Io credo che il prossimo governo non farà a fette le mie riforme. Tornare indietro sarebbe un’operazione pericolosa e, in ogni caso, non lo permetteranno le condizioni esterne, né i prossimi decisori saranno così ”miopi” da farlo.”

La riforma del lavoro è anche decisiva per raggiungere un’altra finalità che sta molto cara al Governo, vale a dire potenziare la produttività per risollevare il PIL nazionale. Uno scopo che può essere raggiunto, stando a quanto affermato dal Ministro, basando gli aumenti salariali proprio sulla produttività.

Elsa Fornero è intervenuta anche in merito a un altro tema molto discusso: la flessibilità in azienda deve essere usata con criterio dalle imprese stesse, al fine di promuovere soprattutto il lavoro giovanile senza lasciare che i contratti non si rinnovino proseguendo nella linea del precariato: ”La riforma ha introdotto un po’ più di stabilità, accompagnata da un po’ più di flessibilità, specie in alcune aree troppo protette. La riforma non punta ad una restrizione di flessibilità, ma ad un contrasto alla precarietà”.

Per quanto riguarda le pensioni, infine, il Ministro del Welfare ha ribadito la necessità che il lavoro dei cinquantenni venga valorizzato evitando di causare gravi perdite per la società. In questo senso la soluzione del pensionamento facile non può essere considerata duratura e risolutiva.