Che sia urgente intervenire è chiaro a tutti. La velocità con cui si muove il web fa apparire ormai più che obsoleta la Direttiva sulla Protezione dei Dati, entrata in vigore nel 1995, causando insicurezza negli utenti.
A mettere in evidenza il dato è stato recentemente Joaquin Almunia, Commissario Ue responsabile per le politiche antitrust, che parla di “un delicato equilibrio tra privacy e servizi migliori”. Se da un lato, infatti, fornire i propri dati risulta fondamentale per essere attori attivi nel mondo virtuale, ottenendo servizi sempre più personalizzati, dall’altro si sente un maggiore bisogno di tutela.
Almunia ha puntato il dito, in particolar modo, sul diritto alla portabilità delle informazioni e sul diritto all’oblio, elementi su cui la Commissione sta attualmente lavorando. L’obiettivo è quello di permettere il trasferimento dei propri dati personali in maniera semplice: “la conservazione di questi dati non dovrebbe servire come barriera al passaggio a un servizio concorrente” ha dichiarato Almunia.
Nell’occhio del ciclone facebook e Google, il cui punto di forza consiste proprio nell’accumulare informazioni sull’utente, ma la cui libertà di movimento dei dati è ostica. Almunia ha concluso il suo discorso a Bruxelles ribadendo che “si deve trovare un modo per preservare il diritto di tutti gli europei alla vita privata e dignitosa in modo che le loro preferenze e le conversazioni non siano sistematicamente trasmesse nel cyberspazio”.