Il gruppo Fiat punta sulle auto di lusso e annuncia un investimento da 1,2 miliardi di euro in Maserati. L’obiettivo è di far sì che il brand del tridente sfrutti la tecnologia e la rete distributiva di Chrysler per sfondare soprattutto in America del nord, dove marchi come BMW, Mercedes, Porsche e Audi sono quelli dal più forte appeal.
In particolare, tale investimento sarà effettuato nel giro di 2 anni e interesserà la vettura di più alta gamma, la Quattroporte (giunta alla sesta generazione), la berlina del segmento E Ghibli e per il crossover Levante, come ha confermato l’amministratore delegato Harald Webster, che ha poi aggiunto che l’obiettivo è di riuscire a commercializzare 50mila auto in tutto il mondo a partire dal 2015 con un conseguente aumento dei punti vendita, che passeranno dagli attuali 250 ai futuri 425.
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Un target sicuramente ambizioso, visto che nei primi 9 mesi di quest’anno le Maserati vendute sono state 4.700 (di questo passo a fine 2012 si potrebbero superare le 6.500 unità). Il boom è previsto nel 2013, con 13mila vetture consegnate a un prezzo minimo di 100mila euro. Un segmento – e un brand – che non conosce crisi visto che i volumi 2012 saranno superiori del 2% a quelli del 2011 – pari ad almeno 100-150 unità in più – e i profitti del terzo trimestre sono aumentati del 6%, passando da 445 a 472 milioni di euro.
Ma gli investimenti dove cadranno? “Modena resterà sede della produzione – ha detto il CEO – anche se le auto future si assembleranno anche in altri 2 stabilimenti, uno dei quali a Grugliasco dove saranno impiegati 1.500 dipendenti e dove si costruisce la nuova Quattroporte“. Il secondo? Harald Webster non si è sbilanciato, anche se si ritiene che possa essere quello di Mirafiori, sempre a Torino.
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La futura crescita dell’azienda del gruppo Fiat passa anche attraverso un aumento della quota di mercato del lusso, dove Maserati entrerà a coprire tutti i settori rispetto all’attuale 21%, allargando di conseguenza il bacino della clientela che secondo i numeri calcolati dall’azienda passerà dagli attuali 190mila individui fino a 940mila.
Circa il 45% di questi si trovano negli Stati Uniti, che sono il primo mercato di riferimento per il tridente, superiore di gran lunga a quello cinese che si piazza al secondo posto con il 15% delle vendite, circa il triplo della Gran Bretagna che è al terzo posto e che “surclassa” l’Italia (ottavo mercato) dove vengono vendute solo il 2% delle vetture della Casa modenese. Basti pensare che, solo nel 2011, rappresentava l’8%.