Le previsioni di Confindustria sulla ripresa dell’Italia dalla crisi economica non sono affatto rosee, tanto da rimandare i primi bagliori di luce al quarto trimestre del 2013, e spingere ancora più avanti, fino al 2014, un incremento tendenziale del PIL di +0,6%.
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Il Centro studi Confindustria (Csc) parla chiaro addossando tutta la colpa di questa instabilità all’attuale incertezza causata dall’esito delle prossime elezioni, e la conseguente mancanza di un Governo stabile che, si spera, si concretizzi con le votazioni.
Per l’Amministratore Delegato di Enel e vicepresidente di Confindustria, Fulvio Conti, a gravare sulla situazione italiana sono appunto le elezioni anticipate, in grado di mettere a rischio “l’approvazione della Legge di Stabilità e alcuni provvedimenti che prevedono semplificazioni amministrative utili per le imprese“.
Il PIL, quindi, vedrà una lentissima ripresa che lo porterà al valore zero solo nel terzo trimestre del 2013, mentre si porterà allo 0,2% solo nel quarto trimestre (valori che comunque contrastano con la perdita del 7% che caratterizza il Prodotto Interno Lordo attualmente).
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A condividere l’opinione di Confindustria è Bankitalia, che prevede la fine della recessione non prima della fine del 2013: “Anche la stime fatte dalla Bce, a cui hanno collaborato le banche centrali [nazionali], vedono una situazione leggermente migliore nel terzo e quarto trimestre del 2013. Si tratta di segnali che sono all’opera“.
Non la pensa in questo modo il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli: “Gli elementi che abbiamo oggi non sono belli ma non ci fanno ritenere che ci sarà un ritardo. Non ho elementi per cambiare nostre previsioni“.