Ryanair non lascerà l’Italia e si prepara ad adeguarsi alle nuove regole del fisco, secondo quanto stabilito dal decreto Crescita 2.0 varato dal Governo Monti: lo ha affermato l’Amministratore Delegato della compagni aerea, Michael O’Leary, sottolineando come la nuova legge non porterà a nuovi tagli.
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La compagnia svedese verserà al fisco tasse e contributi per 2 milioni di euro, una decisione maturata anche a fronte delle previsioni ottimistiche per il futuro nella penisola. Una situazione che si distingue notevolmente da quanto accaduto in Spagna, dove la “fuga” è stata definita come una “semplice riduzione delle rotte dato il raddoppio delle tasse aeroportuali di Madrid e Barcellona e l’aumento del 20% in altre basi come Valencia“.
Per il 2013, infatti, è previsto un transito di 1,7 milioni di passeggeri solo su Bari e di un milione su Brindisi: si tratta di stime che sono in grado di garantire non solo il mantenimento di tutte le rotte e, soprattutto, salvaguardare 2700 posti di lavoro.
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La compagnia cresce quindi nonostante la crisi, anzi, secondo O’Leary è proprio dalla crisi che nasce il boom del low cost: “L’effetto della crisi è che la gente sceglie viaggi low cost – è sicuro O’Leary – perché non possono permettersi altre tariffe più alte“.
Ryanair, inoltre, potrebbe aprire una nuova base a Lamezia, come ha anticipato l’AD del gruppo in occasione delle celebrazioni per il raggiungimento dei 2,5 milioni di passeggeri nell’aeroporto calabrese.