Secondo uno studio commissionato da Oracle, entro il 2017 il mercato globale dei Big Data, ovvero quella enorme mole di informazioni online provenienti così dalle ricerche su Google come dalla transazioni di e-commerce, dai social media come dai tweet e dai video online, sarà pari a 50 miliardi di dollari, e per le aziende che dovessero lasciarsi scappare l’occasione di interpretarli in maniera corretta potrebbero rappresentare una diminuzione del reddito operativo pari al 30%.
“Ancora poche aziende in Italia hanno colto la potenzialità dei Big Data, ma di certo è un tema capace di fare la differenza nel business” sottolinea il Ceo di beanTech, azienda italiana specializzata in software di business analytics e gestione di Big Data, Fabiano Benedetti. “Per avere un’idea della mole di dati di cui stiamo parlando”, continua, “basta considerare che se dovessimo memorizzare su dvd tutte le informazioni esistenti nell’universo digitale, impilandoli riusciremmo a coprire la distanza tra la terra e la luna e ritorno”.
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Un universo che nel giro dei prossimi 3/5 anni sarà completamente impossibile ignorare, sia nel settore pubblico che in quello privato. Eppure, ancora oggi, come ricordato dallo stesso Benedetti: “I dati prodotti nel mondo crescono del 40% all’anno, mentre gli investimenti in IT aumentano solo del 5%”.