Reagire alle sconfitte, una qualità dei manager

di Teresa Barone

24 Gennaio 2013 11:00

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Uno studio californiano mostra come i dirigenti siano più capaci di reagire positivamente a una critica, o a una sconfitta, rispetto ai dipendenti.

Tra le qualità proprie di un top manager c’è anche il saper reagire bene alle sconfitte, accusando il colpo e risollevandosi subito. Questa la teoria portata avanti da un team di ricercatori dell’Università di Berkeley, in California, i quali sono arrivati alla conclusione che chi occupa una posizione autorevole riesce ad accettare un rifiuto molto meglio dei suoi sottoposti.

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Ma c’è di più. Se è il “capo” a ricevere un no, questo rifiuto rappresenta per lui una buona occasione per recuperare e instaurare un legame con i suoi detrattori, e questa capacità si ripercuote anche nella vita privata. Lo studio parla chiaro: “I leader sembrano essere grado di gestire meglio i colpi e le sconfitte che capitano nella vita“.

Per arrivare all’elaborazione di questa teoria, gli studiosi hanno condotto cinque esperimenti prendendo in esame alcune dinamiche di potere sia nel posto di lavoro sia nelle relazioni intime. Un primo esperimento, ad esempio, ha monitorato le reazioni di un gruppo di persone (tra dirigenti e impiegati) alla comunicazione di un mancato invito a un importante evento di lavoro. Se i dipendenti si sono mostrati offesi, i capiufficio hanno invece mostrato impassibilità e, soprattutto, hanno lascato trasparire la speranza di partecipare un’altra occasione “sociale” a breve.

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Un secondo esperimento, invece, ha messo in evidenza le diverse reazioni dei manager e dei collaboratori alla ricezione di un feedback negativo, dimostrando una maggiore capacità da parte dei primi nell’accettare una critica: “I dipendenti hanno mostrato di avere una bassa autostima e di provare un’emozione negativa, mentre coloro che ricoprono ruoli dirigenziali non hanno mostrato una reazione avversa al rifiuto“.

Con queste parole gli studiosi hanno voluto focalizzare l’attenzione sula qualità che, effettivamente, ogni leader dovrebbe possedere, vale a dire una buona dose di autostima, indispensabile anche per non barcollare davanti agli inconvenienti professionali.