Sempre più manager italiani stanno tentando la fortuna all’Estero: negli ultimi tre anni, la percentuale di coloro che si sono trasferiti in Europa per cercare un impiego attenente alle proprie competenze è aumentata del 40%. È quanto viene comunicato attraverso la nuova indagine condotta da Amrop, gruppo leader nel campo dei “cacciatori di teste”.
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I manager italiani che hanno già trovato un impiego all’Estero sono circa cinquemila, di cui il 75% ha ottenuto il lavoro direttamente nell’Europa occidentale. I servizi più redditizi in tal senso sono quelli della finanza e della produzione industriale.
Cresce dunque, e notevolmente, il numero delle posizioni ricoperte all’Estero dai manager tricolore, i quali sono in fuga dal bel paese a causa della crisi economica, delle carriere bloccate e delle prospettive incerte che caratterizzano tale periodo. I nostri manager sono concentrati di più in Francia, in Gran Bretagna, Svizzera e Germania per quanto riguarda l’Europa occidentale, mentre cresce la loro presenza anche in Europa dell’Est. Se ne trovano meno in Sudamerica e in Nord America, mentre negli ultimi anni si sta registrando un sempre più massiccio impiego in Oriente, soprattutto in Cina e in India.
Quali sono i fattori determinanti per l’inserimento di un manager italiano all’estero? Bisogna avere un “Solido curriculum di studi, qualificata esperienza e tradizionali doti di flessibilità, creatività, innovazione e cultura che ci contraddistinguono – sottolinea Vito Gioia, managing partner di Amrop -. La crisi ha spinto molti manager di valore a cercare opportunità qualificate all’estero, perchè da noi le carriere sono bloccate o le prospettive incerte”. Solitamente, chi ha trovato fortuna all’estero non fa più ritorno in Italia.
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