Premi Produttività: al via gli sgravi fiscali

di Teresa Barone

25 Gennaio 2013 09:00

logo PMI+ logo PMI+
Cambiano le regole per ottenere gli incentivi fiscali sui premi di produttività: ecco tutte le novità contenute nel decreto varato dal Governo Monti.

Con l’approvazione del Presidente del Consiglio e il si del Ministero dell’Economia, il Governo ha dato il via libera al nuovo decreto sulla detassazione dei premi di produttività per il 2013. Numerose le novità, a partire dall’ampliamento della platea destinataria degli sgravi fiscali.

=> Leggi perché il demansionamento favorisce la produttività

Con il decreto, infatti, si innalza la soglia di reddito lordo annuo per beneficiare della detassazione dei premi di produttività, che passa da 30 a 40mila euro. L’incentivo fiscale sugli straordinari, le ore di lavoro notturne e tutte le altre voci che, in busta paga, indicano un incremento della produttività aziendale, prevede l’applicazione dell’aliquota del 10%, che rimane invariata.

Alla base del nuovo decreto c’è la Legge di Stabilità, con la quale sono state stanziate risorse fino a 905 milioni di euro nel 2013 e 400 milioni di euro nel 2014 per la detassazione dei salari. Oltre all’aumento della soglia di reddito è stato fissato un tetto massimo per la retribuzione di produttività percepibile da ciascun lavoratore, che nel 2013 non potrà superare i 2500 euro lordi.

=> Scopri perché il lavoro flessibile aumenta la produttività

Altre novità importanti riguardano l’introduzione di precisi indicatori quantitativi di produttività, di redditività, di efficienza e di innovazione, ma gli sgravi fiscali saranno anche subordinati alla valutazione di quattro specifiche aree di intervento stabilite dal decreto (la detassazione è applicabile solo nel caso in cui il contratto attivi  almeno una voce relativa a tre aree su quattro).

=> Leggi la polemica sulla proposta di tagliare le ferie per sostenere la produttività

Queste aree toccano diverse sfere contrattuali: orario di lavoro (il contratto deve essere basato su un modello di flessibilità che consenta l’utilizzo degli impianti finalizzato al conseguimento degli obiettivi mensili); ferie (la cui distribuzione deve anch’essa essere flessibile con la possibilità di programmare giorni di assenza non continuativi); nuove tecnologie (devono essere adottate misure che favoriscano la compatibilità tra l’utilizzo delle tecnologie e la tutela dei diritti dei lavoratori); mansioni (vanno attivati interventi in materia di fungibilità delle mansioni e integrazione delle competenze).