Investire in un futuro manageriale fuori dai territori canonici, considerando la possibilità di darsi da fare nel settore del non profit. Secondo una ricerca condotta da Amrop e pubblicata dal Sole 24 Ore potrebbero essere almeno 500 le posizioni manageriali da ricoprire tra questo e il prossimo anno, nelle circa 5mila Onlus che si sono date una struttura paragonabile a quella di una Pmi.
Il profilo ricercato è principalmente quello di manager tra i 40 e i 50 anni, che oltre alle skills normalmente richieste per svolgere un lavoro di questo tipo abbia piena coscienza del fatto che lavorare in un settore come questo comporta coinvolgimenti a livello emotivo e dei valori che non possono essere sottovalutati, dall’una e dall’altra parte.
Tra mondo profit e non profit la principale differenza rimane a livello retributivo, seppure sempre più spesso di questi tempi si assista a un certo interscambio di figure professionali, anche a livello manageriale. Passare insomma per fare un esempio dal settore della finanza a quello del non profit, per un manager, potrebbe significare, stando ai dati dei ricercatori di Hay Group, un taglio dello stipendio di circa il 35%. Da compensare con le forti motivazioni personali, e la sensazione di rendersi utile per la comunità.