I cinque peggiori CEO del 2012

di Chiara Basciano

31 Gennaio 2013 13:00

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La classifica del professor Sydney Finkelstein, che ?incorona? Brian Dunn come peggior CEO del 2012.

Anche quest’anno il professor Sydney Finkelstein, professore di Management alla Tuck School of Business del Dartmouth College, ha stilato la sua classifica (motivata) dei cinque peggiori CEO dell’anno appena trascorso. Vediamo allora chi sono i manager che peggio si sono comportati nel 2012, con menzione finale a sorpresa.

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Palma d’oro, o Razzie Award se preferite, a Brian Dunn, fino al mese di aprile CEO di Best Buy. I suoi principali demeriti, secondo Finkelstein: aver fatto calare le azioni di Best Buy, aperto una voragine nel settore dei same-store sales, la perdita di quote di mercato verso la concorrenza (leggasi Amazon) e una tendenza definita “ossessiva” allo share buyback che è costata circa 6,4 miliardi di dollari alla compagnia. Una tendenza a non comprendere l’evoluzione e le direzioni del mercato che accomunano Dunn al terzo in classifica, Andrea Jung di Avon, e a Rodrigo Nato, di Bankia, al quinto posto della classifica.

Conflitti di interessi, o incapacità nel separare interessi privati e dell’azienda, quelli che invece accomunano Aubrey McClendon, CEO di Chesapeake Energy, e Mark Pincus, CEO di Zynga, con quest’ultimo che ha visto scendere del 75% il valore delle azioni della sua compagnia. E che non ha certo infuso fiducia nelle prospettive aziendali vendendo 16 milioni di azioni personali.

Una menzione infine, anche se fuori classifica, arriva anche per mister Zuckerberg, da più parti considerato una sorta di santone. Il professor Finkelstein sembra infastidito dal suo enorme ego, e critica l’eccesso di fiducia nelle proprie capacità. «Non c’è ragione di credere che possa avere la capacità di gestire una grande azienda pubblica», il commento di Finkelstein.