Come avvenuto in passato, anche in questo periodo di crisi economica si sta verificando un aumento dei casi di suicidio dovuti al lavoro, aumento che coinvolge anche i dirigenti italiani. Lo dimostrano i vari casi purtroppo visti negli ultimi tempi.
C’è chi è disoccupato, chi è stato appena licenziato, chi il lavoro ce l’ha ma ha paura di perderlo, chi invece dirige un’azienda ma ha un debito che mette a repentaglio il proprio lavoro e quello dei dipendenti: sono tutte situazioni negative che stanno portando a vari casi di suicidio proprio a causa della cattiva situazione lavorativa.
Un conteggio probabilmente approssimato per difetto registra circa 40 casi dall’aprile del 2012 a oggi. L’ultimo si è verificato qualche giorno fa, quando un dirigente di Frosinone si è tolto la vita dopo aver perso una importante gara d’appalto. Una situazione preoccupante derivante da qualche scelta sbagliata in ambito professionale, o da situazioni non dipendenti da se stessi: gli esperti la definiscono come effetto Werther, dal nome dell’eroe di Goethe, e spiegano che la disperazione è contagiosa e che ogni suicidio prepara la strada a quello successivo.
Uno studio americano pubblicato sul Journal of Public Health aveva comunque già messo in evidente correlazione l’aumento dei casi di suicidio con la crisi economica.
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