Quanto è salda la vostra leadership?

di Chiara Basciano

20 Febbraio 2013 13:00

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Quattro domande per testare la solidità della vostra leadership, a cura di Les McKeown.

La vostra leadership è effettivamente salda, o state usando una maschera di protezione che potrebbe un giorno cadere, lasciando trapelare le vostre reali debolezze? Ecco quattro domande che, in caso di risposta affermativa, potrebbero incrinare la vostra sicurezza manageriale, a cura di Les McKeown, autore di “Predictable Success: Getting Your Organization on the Growth Track – and Keeping It There” nonché CEO di Predictable Success.

Pensate di sapere tutto? Più un leader sarà debole, tanto più penserà di sapere tutto. Questa l’analisi di McKeown, che sottolinea come: «Non c’è niente che queste persone non sappiano, nessuno che abbiano bisogno di consultare e nessuna informazione che non sia a portata di mano. Un po’ come stare seduti in una boccia dei pesci rossi, mentre il mondo reale gira di fuori».

Siete sempre occupati? Perché è vero che certi ruoli richiedono una quantità di tempo da dedicarvi al limite della sopportazione, ma «se non avete il tempo di pensare, se non riuscite a ricordare l’ultima volta che avete fatto una passeggiata solo per svuotare la testa, allora non siete veramente dei leader. Non è un segno di leadership essere sempre troppo occupati e sovraccarichi di lavoro, toglierete tempo alla definizione della vostra strategia».

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La vostra percezione degli altri è sostanzialmente negativa? « I leader forti cercano il successo anche degli altri. Si concentrano su ciò che è stato fatto bene, e cercano di costruire questo successo. Al contrario, le opinioni dei leader meno efficaci a proposito degli altri in genere tendono al negativo. Si concentrano per lo più su ciò che è andato storto, e passano la maggior parte del loro tempo con uno stato d’animo che va da moderatamente insoddisfatto a irritato».

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Sapete interagire in due sole modalità? Non si tratta solo di essere il capo quando si è in ufficio o non esserlo, fuori dal lavoro. Si tratta, secondo McKeown, di sapere che «il vero leader non ha sempre bisogno di riaffermare di essere il capo, quanto piuttosto di sapersi sedere a un lato del tavolo per ascoltare anche la voce dei suoi collaboratori, quando è utile e/o necessario».