Chi è il disability manager? Figura professionale innovativa, prevista dal Libro Bianco sul Welfare, si tratta di un professionista in grado di coordinare e attivare il lavoro di rete, migliorare i percorsi assistenziali, valutare e veicolare i bisogni delle persone disabili. Una sorta di “ponte” istituzionale tra i cittadini con disabilità e la comunità di appartenenza, per far sì che l’abbattimento delle barriere fisiche e culturali possa non rimanere solo una bella utopia.
Come si legge sul sito della Società Italiana Disability Manager (Sidima): Il disability manager, dopo aver analizzato le offerte e le potenzialità del territorio, lavora proprio per abbattere i confini tra i servizi, per mettere in rete le singole professionalità che già operano nelle amministrazioni locali, per favorire la piena esigibilità dei diritti, il coordinamento socio-sanitario, l’assistenza alle famiglie, l’integrazione scolastica, l’inserimento lavorativo, il turismo accessibile.
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«Affrontare i problemi delle persone con disabilità» – dichiarava il presidente Sidima Rodolfo Dalla Mora, tra l’altro primo disability manager nominato in un ospedale – «significa non soltanto fare i conti con l’ambiente, le barriere architettoniche, l’accessibilità delle città e dei mezzi di trasporto, ma anche conoscere e potenziare la rete dei servizi disponibili per chi è disabile. Accessibilità, adattamento dei luoghi di lavoro, degli spazi domestici e dei mezzi di trasporto quotidiano sono possibili attraverso ausili su misura, progettati a seconda del caso prospettato».
Un manager che Matilde Leonardi, coordinatore del comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio nazionale disabilità, ha definito in maniera pertinente “sensibile e creativo”, proprio perché spesso, come sottolineato anche dal presidente Sidima: si tratta di «creare reti nel tessuto sociale, mettendo in connessione le diverse realtà esistenti sul territorio».