Parità retributiva? Le donne lavorano 2 mesi in più

di Teresa Barone

1 Marzo 2013 11:00

logo PMI+ logo PMI+
Per raggiungere lo stipendio percepito da un uomo le donne devono lavorare 59 giorni in più: ecco come vanno le cose nella UE.

La parità di stipendio tra i due sessi è ancora lontana, e i dati che descrivono il gap retributivo esistente sono allarmanti: secondo un rapporto presentato dall’Unione Europea, infatti, le donne lavorano 59 giorni in più per raggiungere il salario percepito dai colleghi uomini.

=> Scopri quando avverrà la totale parità di stipendio tra i due sessi

Questi dati sono stati diffusi alla vigilia della “Giornata europea per la parità retributiva“, giunta alla terza edizione e in programma per il 28 febbraio. Nel 2010, stando ai report della UE, il divario retributivo di genere è pari al 16%, in calo rispetto al 17% che ha caratterizzato gli anni precedenti.

Come stanno le cose in Italia? Le percentuali relative alla penisola sono comunque inferiori alla media UE, infatti nel Bel Paese la differenza salariale si ferma al 5,3%. La situazione, ancora fortemente a discapito del sesso debole, è stata illustrata dalla commissaria alla Giustizia, Viviane Reding:

«La giornata europea per la parità retributiva serve a ricordarci le disparità di condizioni retributive che ancor oggi le donne subiscono sul mercato del lavoro. Anche se negli ultimi anni il divario si è ridotto, non c’è da rallegrarsi. Le disparità continuano a essere considerevoli e il lieve livellamento cui assistiamo è in buona parte dovuto al fatto che gli uomini guadagnano di meno e non a un miglioramento delle condizioni salariali delle donne.»

=> Leggi perché le retribuzioni sono in frenata

C’è un ulteriore dato da commentare: la lieve riduzione del gap salariale è dovuta, prevalentemente, alla crisi economica che ha colpito in modo più pesante i settori lavorativi tipicamente maschili, con la conseguente riduzione del salari. Non si evidenziano, invece, sensibili miglioramenti per quanto concerne le retribuzioni “rosa” e le stesse condizioni generali del lavoro femminile.